Salento, per il resort a San Foca «nessun rischio di infiltrazione mafiosa»

L’Eurogarden Village è un noto complesso turistico ricettivo di grandi dimensioni che si trova a San Foca

Salento, per il resort a San Foca «nessun rischio di infiltrazione mafiosa»
Salento, per il resort a San Foca ​«nessun rischio di infiltrazione mafiosa»
Venerdì 21 Aprile 2023, 19:48 - Ultimo agg. 22 Aprile, 10:45
3 Minuti di Lettura

Anche qui, «nessun rischio di infiltrazione mafiosa». Il Tribunale di Lecce ha dichiarato cessato, con esito favorevole, il controllo giudiziario disposto due anni or sono nei confronti delle società Tiemme e Tiemme beach srl, titolari rispettivamente del complesso immobiliare denominato Eurogarden Village, e della spiaggia a servizio dello stesso.
L’Eurogarden Village, della famiglia Mazzotta, è un noto complesso turistico ricettivo di grandi dimensioni, che si trova a San Foca, che ospita al suo interno un residence e un hotel, colpito da interdittiva due anni fa sul presupposto che potesse esserci un pericolo di infiltrazione mafiosa.

Cosa è successo

Dopo due anni di controllo giudiziario disposto dal Tribunale di Lecce su richiesta delle società, all’udienza fissata per decidere delle sorti dell’azienda, il pubblico ministero ha concluso chiedendo la declaratoria della cessazione degli effetti del Controllo giudiziario, «non essendo emerso, nel corso della procedura, alcun pericolo di infiltrazione mafiosa, né alcun contatto degli organi di vertice delle due società con qualunque soggetto che potrebbe essere ritenuto vicino ad ambienti criminali di matrice mafiosa».
In quella sede, le società (assistite dagli avvocati Saverio Sticchi Damiani e  Alessandra De Pascalis) hanno formulato la medesima richiesta, evidenziando, la completa estraneità delle stesse a qualsiasi ambiente o contatto malavitoso.

Il giudice della prevenzione, condividendo le argomentazioni prospettate, ha quindi concluso di dover «recisamente escludersi, alla luce degli elementi istruttori acquisiti, ogni sospetto di infiltrazioni mafiose, idonee a condizionare la gestione delle società in esame».

Il commento

«Le società mie assistite – ha commentato l’avvocato Saverio Sticchi Damiani – hanno fin da subito volontariamente chiesto di essere ammesse a controllo giudiziario, proprio con la finalità di dimostrare, attraverso un monitoraggio disposto dal Tribunale, la trasparenza e la legalità del loro operato.

Ritengo che lo strumento del controllo giudiziario sia idoneo a temperare gli effetti  estremamente pregiudizievoli delle interdittive antimafia, soprattutto in una situazione come questa, nella quale già in sede di ammissione alla misura, il Tribunale aveva prefigurato “come assolutamente remoto e improbabile il pericolo di soggezione o di agevolazione mafiosa”. Il legislatore, con una nuova previsione del codice antimafia, ha recentemente introdotto per gli imprenditori che sono coinvolti in verifiche di questo tipo la possibilità di instaurare un dialogo preventivo con la Prefettura volto proprio a consentire di evitare che si giunga all’adozione di un’interdittiva antimafia in tutte quelle situazioni in cui le potenziali criticità di un’azienda possono essere facilmente chiarite in contraddittorio. Ove tale importante novità legislativa fosse stata già vigente all’inizio di questa vicenda probabilmente l’imprenditore avrebbe potuto chiarire fin da subito alla Prefettura la sua estraneità a certi contesti senza subire gli effetti pregiudizievoli della misura interdittiva».

© RIPRODUZIONE RISERVATA