Simone Annicchiarico: «Mio papà Walter Chiari usava la cocaina come viagra. Era un timido, la droga lo sbloccava. Piaceva molto alle donne»

Simone Annicchiarico, musicista e conduttore, quando parla del padre sembra commuoversi ancora

Simone Annichiarico: «Mio papà Walter Chiari usava la cocaina come viagra. Era un timido, la droga lo sbloccava. Piaceva molto alle donne»
Simone Annichiarico: «Mio papà Walter Chiari usava la cocaina come viagra. Era un timido, la droga lo sbloccava. Piaceva molto alle donne»
Lunedì 3 Luglio 2023, 11:13 - Ultimo agg. 5 Luglio, 08:21
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«Walter Chiari l’avresti voluto come amico, padre, fratello». Quando ne parla al Corriere della Sera suo figlio Simone Annicchiarico, musicista e conduttore, sembra commuoversi ancora. Padre e figlio uniti. Ma anche molto simili: «Due nomadi. Non mi ha dato regole se non nell’alimentazione sana e nel mettere la maglietta se ero sudato. Era un eterno Peter Pan, semplice e complicato, mi ha insegnato a essere libero...». 

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Walter Chiari, il racconto del figlio

Quando Simone nacque, suo padre Walter era a Regina Coeli, rinchiuso per droga.

«Io ‘sta cosa l’ho scoperta a casa della zia materna, Marilena, a dieci anni, sono stati bravissimi in famiglia a tenermela nascosta.

Leggevo giornali tipo Novella 2000 e lessi un titolone sul suo passato in carcere. Mia zia sbiancò». Un giorno poi «ne parlai con papà, ma non lo riteneva rilevante. Io sapevo dei suoi vizi».

 

Quali vizi? «Fu Marisa Maresca, la soubrette, che lo prese come capocomico per portarselo a letto, a introdurlo alla cocaina. A fine spettacolo papà si allontanava con la ballerina di turno, la cocaina era legata al sesso, era timido e lo sbloccava, era il suo viagra».

 

Chi era

Un uomo bello, atletico ma pudico. «Erano le donne che gli andavano dietro. Ho la lettera che gli scrisse Ava Gardner, "Sono a letto sola pensandoti e desiderando di essere a letto con te..."». In totale fece «109 film. Il più bello è Il giovedì di Dino Risi, dov’era un padre scapestrato. Ma il ruolo che gli riusciva meglio era essere Walter Chiari. Metteva i premi per fermare le porte, usava il Nastro d’argento per schiacciare le noci. Erano super divi, lui, Sordi, Tognazzi, Gassman, mica gli attori di oggi...».

Il ricordo

Walter Chiari sulla sua tomba fece scrivere una frase che racchiude un po' il suo essere uomo di mondo, sempre allegro e sorridente: "Amici non piangete: è tutto sonno sprecato". «Me l’hanno riferito ma io non ci sono mai andato, era stato un patto tra noi. Era fatto così. Quando morì sua madre, che aveva 84 ed era zoppa, lo chiamai costernato, papà com’è successo? Mi disse che si era iscritta a una gara di motocross a Barletta, all’ultima curva era caduta. Morta sul colpo senza soffrire. Tutta una balla. Scoppiai a ridere, quel giorno mi tolse la paura della morte».

Walter Chiari morì giovane, a 67 anni. L’ultima volta che Simone lo sentì fu il giorno prima di morire. «Mi disse, sono andato dal cardiologo e mi ha detto che posso giocare a tennis per altri dieci anni».

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