Ascanio Carola porta i diritti Lgbtq+ su TikTok: «Depoliticizziamo il tema»

«L’opinione pubblica associa l’essere gay all’essere di sinistra, ma io voto Forza Italia, ho la mia identità e i miei valori»

Ascanio Carola
Ascanio Carola
di Chiara Valva
Venerdì 1 Dicembre 2023, 20:00 - Ultimo agg. 20:44
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Ascanio Carola è un tiktoker romano classe 2000, ha accumulato centinaia di migliaia di follower sui suoi canali, dove condivide una varietà di contenuti che spaziano  dalle esperienze personali all'ambientalismo, passando per il mondo universitario e la politica.

Carola ha conseguito una laurea triennale in Economia e Management e oggi studia Pubblica amministrazione presso l'Università Luiss Guido Carli di Roma. È dirigente di Forza Italia Giovani Roma.

Com’è nata l’idea di organizzare il convegno “Rainbow is Better” all’Università Luiss Guido Carli di Roma?
«L’evento è stato una mia idea, organizzato dalla mia associazione universitaria “Quinta Dimensione”. L’abbiamo ideato per affrontare in maniera trasversale tutti quei temi che riguardano le persone Lgbtq+. Abbiamo coinvolto le istituzioni con il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ma anche rappresentanti di associazioni lgbtq+ come il portavoce del Roma Pride Mario Colamarino . Era presente anche l’influencer Sasy Cacciatore che anche se non ha mai sbandierato la sua sessualità, ha lanciato sempre messaggi di inclusività. Abbiamo intervistato Bree Fram, donna trans, che ha effettuato la transizione durante la sua attività da militare nell’esercito americano. La transizione di Bree ha portato una serie di conseguenze per la sua carriera. Lei ha parlato della sua esperienza che riflette il punto di vista istituzionale, ma anche quello personale».

Qual era l’obiettivo dell’evento?
«L’evento era soprattutto volto a depoliticizzare il tema».

Lei parla di strumentalizzazione della causa, a cosa si riferisce?
«Alla strumentalizzazione degli influencer appartenenti alla comunità lgbtq+, soprattutto nel mese del Pride, a giugno.

Le aziende in quei periodi ricercano influencer gay per promuovere i loro prodotti tingendoli di colore arcobaleno, per ingraziarsi i consumatori sensibili al tema e nel tentativo di essere associate all’inclusività. La strumentalizzazione quindi c’è, soprattutto nella misura in cui questi influencer vengono ricercati di più in questo mese o comunque pagati di più. Poi bisogna vedere se queste aziende adottino politiche aziendali effettive oppure sia soltanto una facciata».

Ha parlato di depoliticizzare il tema: crede ci sia una strumentalizzazione anche politica?
«Sì, è un tema che fa gola agli schieramenti politici. Ci sono schieramenti politici come quelli del centro-sinistra che ambiscono ai voti degli elettori che appartengono alla comunità lgbtq+».

Potremmo definirla quasi un’egemonia dei partiti di centrosinistra sul tema: è d’accordo?
«Sì, ma è un’egemonia che nel concreto non trova riscontro. L’opinione pubblica associa l’essere gay all’essere di sinistra. L’elettore è un individuo unico in tutte le sue sfumature. Sono poi incoerenti perchè pretendono che un gay debba essere di sinistra solo per il fatto di essere omosessuale. L’essere gay non dovrebbe essere un’etichetta ma solo una caratteristica. Io sono gay come sono biondo, per me è una caratteristica. Come individuo ho la mia identità e i miei valori».

Lei non ha mai fatto mistero di votare Forza Italia: qual è la sua opinione in merito all’approccio dei partiti di destra al tema?
«Forza Italia dopo la morte di Berlusconi a discapito di ciò che molti pensano, non è davanti alla sua fine ma ha l’opportunità di scrivere una nuova pagina. In questa nuova pagina deve puntare a differenziarsi dalla sinistra un po’ populista che è disposta a strumentalizzare il tema per ottenere un bacino di voti. Ma deve differenziarsi anche da quella destra più conservatrice che ha dei valori diversi da quelli di Forza Italia».

Non crede che sia anche la destra a strumentalizzare il tema per accaparrarsi i voti dei più conservatori?
«Si potrebbe parlare di strumentalizzazione anche se ci rendiamo conto che Giorgia Meloni ha cambiato il suo tono da quando era all’opposizione ed ha acquisito un tono più istituzionale. Il bacino di elettorato più conservatore ha già la sua rappresentanza politica in Fratelli d’Italia, per questo io e molti altri ci battiamo affinchè Forza Italia assuma una linea più autonoma e liberale su certi temi. Prima di tutto però deve rafforzare la sua identità».

Secondo lei in che modo può rafforzare la sua identità? 
«Lavorando come stiamo facendo per aprire sempre di più il partito e farlo tornare ad essere la grande casa dei moderati. Moderato per definizione vuol dire anche essere pronto ed aperto a trovare nuove soluzioni, diverse da quelle che una parte della destra ha sempre sbandierato riguardo i temi dei diritti civili ed anche riguardo la sostenibilità ambientale e l’economia. In Forza Italia soprattutto nei più giovani c’è voglia di scrivere una nuova pagina, è un tema a cui siamo molto sensibili. Berlusconi non ha mai discriminato i gay, non ha mai preso posizioni dure. Anzi, ha portato nelle case degli Italiani le prime icone queer quando la Rai era molto più scettica. Quando era ancora un tabù. Si tratta di contestualizzare i valori berlusconiani nel panorama del 2023, qualcosa su cui come giovani stiamo lavorando molto». 

Forza Italia s'è opposta a misure come il Ddl Zan ma alcuni suoi esponenti lo hanno appoggiato pubblicamente. Pensa che qualcosa si possa muovere nella dirigenza del partito?
«Forza Italia sul Ddl Zan ha dimostrato di essere un partito che crede fortemente nell’individuo. Il suo spirito liberale è stato rivendicato da molti voti di dissenso tra i gruppi parlamentari. Il partito era scettico sulla forma che aveva preso il Ddl Zan ma non era contrario in sé ad una legge per combattere la discriminazione e l’incitamento all’odio. Io sono orgoglioso di poter dire che anche nella parte più adulta del partito ci siano esponenti che sostengono una maggiore apertura verso i diritti civili e supportano noi del movimento giovanile quando ce ne facciamo portavoce. Come ad esempio il Presidente della Regione Calabria Occhiuto e tanti altri».

C’è stata una diatriba sulla revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio: cosa ne pensa?
«Il presidente della regione Lazio ha revocato il patrocinio perché gli organizzatori hanno provato a strumentalizzarlo sul tema della maternità surrogata. Una reazione che, come ha dichiarato al nostro evento, il Presidente Rocca non ripeterebbe se tornasse indietro. Ha detto che piuttosto aggiungerebbe una nota per definire che la Regione Lazio non può sponsorizzare pratiche considerate illecite nel nostro ordinamento ma non revocherebbe il patrocinio. Credo sia stata una presa di coscienza coraggiosa, in giro non si vedono molti uomini politici disposti ad ammettere i propri errori. Peraltro, aggiungo io, la maternità surrogata è un tema molto divisivo anche all’interno della comunità Lgbtq+».

Lei cosa pensa della gestazione per altri?
«Ci sono diritti che ci riguardano in maniera ancora più diretta, ad esempio riconoscere come tuo il figlio del tuo partner. La gestazione per altri è stata infatti strumentalizzata nel caso del Pride per creare conflitto politico. Ma il Pride vuol dire diritto ad amare non dovrebbe essere politicizzato».

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