La Raggi vuole chiudere la casa delle donne Lucha y Siesta a Roma, insorgono Cgil, Ubs e la senatrice del Pd Valente

La Raggi vuole chiudere la casa delle donne Lucha y Siesta a Roma, insorgono Cgil, Ubs e la senatrice del Pd Valente
Venerdì 30 Agosto 2019, 15:45 - Ultimo agg. 17:09
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La Raggi vuole sgomberare il centro di accoglienza per le donne Lucha y Siesta che ospita al momento 15 donne e 7 bambini. «Quelli di Casapound invece non si toccano? Trovi una soluzione la sindaca invece di mettere per strada le donne». Lo scrive su Twitter la senatrice del Pd Valeria Valente
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La sindaca Virginia Raggi non deflette e ci riprova. Se nei mesi scorsi aveva sollevato un gran polverone aprendo il contenzioso con la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara – storica sede del movimento femminista romano - minacciandone la chiusura per degli arretrati dovuti, stavolta è il turno della Casa delle Donne Lucha y Siesta che ospita donne vittime della violenza. Al momento hanno trovato riparo 15 donne e i loro 7 bambini ha denunciato la senatrice del Pd, Valeria Valente.
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Una segnalazione che è arrivata anche dai sindacati. Prima Ubs e poi la Cgil.  «La casa delle donne Lucha y siesta, situata nello stabile di via Lucio Sestio 10 che da anni ospita donne vittime di violenza e bambini, va sgomberata quanto prima. Sono queste le volontà di Atac, proprietaria dello stabile, e del Comune di Roma nella persona della sindaca Raggi. Chiedono lo sgombero immediato, che sarebbe fissato per il 15 settembre, appoggiandosi al concordato secondo il quale l'azienda del trasporto pubblico dovrebbe ripianare il bilancio anche grazie alla vendita del patrimonio immobiliare».
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Il sindacato Ubs in una nota informa che «Il Comune, che controlla Atac, nonostante i tavoli aperti con la Casa delle donne non ha mai proposto soluzioni che potessero preservare un servizio sociale fondamentale non solo per le donne vittime di violenza e i loro figli ma per tutte le donne di questa città». Per Ubs si tratta «dell'ennesima mancanza di questa giunta comunale, l'ennesimo sgombero di un fondamentale spazio sociale e abitativo e chiede alla sindaca di non girarsi di nuovo dall'altra parte; il Comune invece di continuare con gli sgomberi dovrebbe rendersi parte attiva nel salvare la casa delle donne e sostenere chi dà quei servizi alla cittadinanza di cui Roma è carente. Chiediamo a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti di partecipare attivamente per salvare la casa delle donne, già a partire dal mail-bombing lanciato oggi e diretto alle istituzioni e a tutte le iniziative a seguire ».

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