Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, fedele alleato politico di Donald Trump, ha invitato i suoi sostenitori a lasciare Twitter ed iscriversi al social Parler, dopo che l'account del presidente uscente degli Stati Uniti è stato bloccato dalla piattaforma. Ma Google, Apple e Amazon hanno già sospeso il social network "populista".
Il leader verdeoro ha pubblicato due post nel fine settimana, in cui ha proposto ai suoi milioni di follower su Instagram di migrare su Parler, apparentemente come gesto di solidarietà nei confronti di Trump, bloccato, oltre che su Twitter, anche su Facebook e su altre piattaforme online.
Allo stesso tempo, il figlio del capo dello Stato, il deputato Eduardo Bolsonaro - che presiede la commissione Esteri della Camera dei deputati e che la scorsa settimana è stato ricevuto alla Casa Bianca dalla figlia di Trump, Ivanka - ha pubblicato l'immagine del presidente Usa come foto del suo profilo su Twitter.
Parler excluído do Google Play e da App Store.
E você achando que o Trump foi banido do Twitter porque violou as políticas da rede social...🤦♂️ pic.twitter.com/uYthno5ERL— Eduardo Bolsonaro🇧🇷 (@BolsonaroSP) January 10, 2021
Parler, sospeso ieri da Google Play, è una piattaforma molto utilizzata da gruppi di destra e accusata di diffondere fake news. La decisione di Amazon, Apple e Google di tagliare l'accesso del social network ai loro server è avvenuta «a causa della sua incapacità di moderare i messaggi che incitano alla violenza». «Abbiamo sempre sostenuto che i diversi punti di vista dovessero essere rappresentati sull'App Store, ma non c'è spazio sulla nostra piattaforma per la violenza e l'attività illegale», afferma Apple. «Parler non ha preso le misure adeguate per affrontare il proliferare di queste minacce alla sicurezza dei cittadini».
Secondo il sito specializzato nell'audit online Down For Everyone Or Just Me, Parler è offline dalla mezzanotte (le 8 GMT), dal momento che i suoi proprietari non sono ancora stati in grado di trovare un nuovo host. Gli incitamenti alla violenza citati sono quelli che hanno portato anche all'attacco a Capitol Hill americano lo scorso 6 gennaio dal momento che i sostenitori di Trump si sarebbero organizzati su Parler per l'attacco al Congresso.