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La Russia si sta ritirando? La strategia di Putin che riposiziona le truppe a Est (ma non molla l'assedio su Kiev): cosa sta succedendo

La Russia si sta ritirando? Putin riposiziona le truppe a Est (ma non molla l'assedio su Kiev): cosa sta succedendo
La Russia si sta ritirando? Putin riposiziona le truppe a Est (ma non molla l'assedio su Kiev): cosa sta succedendo
di Cristiana Mangani
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 30 Marzo 2022, 17:26 - Ultimo agg. : 23:05
5 Minuti di Lettura

«Non mi fido delle cose che dice la Russia»: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è il primo a non credere a un possibile ritiro delle truppe della Federazione dalle principali città del centro del Paese. Lo ha ripetuto ieri, a conclusione di una parte dei negoziati in Turchia, mentre tutti si dicevano certi che una parte dell'esercito del Cremlino avrebbe allentato l'aggressione nei dintorni della Capitale e anche in altre importanti città dell'Ucraina. Tutto questo per concentrarsi nella zona che più gli preme: il Donbass e quel corridoio che passa per Mariupol - città martire ormai devastata - e altre località, così importante per unificare le regioni indipendentiste con la Crimea.

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L'annuncio disatteso

In realtà, nulla di quanto annunciato è stato poi attuato. E infatti non c'è stato alcun ritiro dei russi su vasta scala nelle aree di Kiev e Chernihiv, ma solo movimenti limitati. A confermarlo è stato un portavoce del ministero della Difesa ucraino. «Il nemico ha ritirato le unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle», ha reso noto Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che «l'assedio di Chernihiv continua, come missili e colpi di artiglieria lanciati dalle forze russe».  Dunque, più che un allentamento della presa sarebbe in atto da parte della Russia, una nuova possibile strategia di attacco, qualcosa che gli consenta di “prendere fiato”, rifornire le truppe di carburante e alimenti, e di rinforzare o sostituire i soldati che hanno già combattuto sul campo. 

 

L'esercito ucraino spiega, infatti, che l'annuncio di un ritiro da alcune zone del Paese, sarebbe stato «ingannevole», perché sarebbe in atto una semplice «rotazione di singole unità» con l'obiettivo di «fuorviare la leadership militare» ucraina. Un rapporto pubblicato nella tarda serata di martedì afferma, infatti, che «secondo alcune indicazioni, il nemico russo sta raggruppando le unità per concentrare i suoi sforzi principali sull'est». 

Bombe su Chernihiv

Nel frattempo, non molla la presa anche su Chernihiv. «La città è stata bombardata per tutta la scorsa notte», scrive il governatore Viacheslav Chaus sul suo canale Telegram. Non c’è stata alcuna tregua degli attacchi russi su Chernihiv nonostante la promessa fatta durante i negoziati in Turchia di ridurre drasticamente le operazioni militari nella zona che si trova a 150 chilometri a nord est di Kiev. «Crediamo (alla promessa russa, ndr)? Certo che no - insiste Chaus, dicendo che i soldati dello zar hanno «effettuato attacchi contro Nizhyn, compresi attacchi aerei, e per tutta la notte hanno colpito Chernihiv».

Anche il Pentagono si è sempre detto scettico di un possibile alleggerimento nei combattimenti al centro dell'Ucraina. «Non ci facciamo prendere in giro dal recente annuncio del Cremlino che ridurrà gli attacchi a Kiev. Non significa che la minaccia contro Kiev è cessata. La Russia continua a infliggere attacchi brutali al paese, con insistenti raid aerei», ha dichiarato il portavoce John Kirby, ribadendo le valutazioni fatte in precedenza da fonti americane. Secondo Kirby, la Russia ha cambiato i suoi obiettivi perché non è riuscita a conquistare rapidamente la capitale ucraina. Ma il portavoce ha sottolineato che solo «un piccolo numero» di truppe russe si è allontanato da Kiev in quello che il Pentagono considera un «riposizionamento» e non un ritiro.

La strada di Minsk

Una parte di queste truppe avrebbe preso la strada della Bielorussia. E il dato è emerso dall'ultimo rapporto reso noto dall'esercito dell'Ucraina. «Alcune unità della 106esima divisione aviotrasportata russa – si legge – sono state ritirate dal territorio della regione di Kiev al territorio della Bielorussia». Il motivo risiederebbe nella necessità di ripristinare la capacità di combattimento delle unità che hanno subito le maggiori perdite attorno alla capitale. A testimoniare il ritiro di una parte delle truppe russe dalle regioni a nord di Kiev, anche l'indietreggiamento delle truppe di Mosca dalla cittadina di Slavutych. Nella località che ospita i lavoratori dell'ex centrale nucleare di Chernobyl, occupata da giorni, secondo il sindaco l'esercito russo è andato via «dopo aver raggiunto gli obiettivi che si era prefissato». Slavutych si trova a pochi passi dal confine con la Bielorussia.

Il timore delle truppe del Cremlino è che i nuovi rifornimenti per gli ucraini possano dare ulteriore manforte ai piani di resistenza di Kiev. Dalle analisi dell'intelligence americana e inglese, e del think tank dell’Institute for the Study of war, le forze armate russe starebbero incontrando, infatti, non poche difficoltà e subendo importanti perdite. Per gli 007 di Londra, il ritardo nel conseguire gli obiettivi prefissati nel conflitto e il mancato controllo dello spazio aereo ucraino hanno costretto Mosca a ordinare l'impiego di molti più missili di quanto originariamente previsto. Non è da escludere, inoltre,  che la Russia stia ricorrendo all'uso di armamenti obsoleti e non precisi, quindi meno efficaci dal punto di vista militare e che hanno maggiori probabilità di provocare vittime civili. Il rapporto descrive anche le forze di difesa ucraine come «leali e ben coordinate», e ribadisce che la stragrande maggioranza del territorio rimane in mano ucraina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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