Titanic, la rabbia della pronipote di due sopravvissuti: «È un cimitero, non Disneyland. Basta con i viaggi avventura»

Nelle prossime settimane gli audio e i registri di bordo saranno esaminati dagli investigatori canadesi saliti a bordo della nave che ha lanciato il sommergibile nelle profondità del mare alla ricerca del transatlantico

Titanic, la rabbia della pronipote di due sopravvissuti: «È un cimitero, non Disneyland. Basta con i viaggi avventura»
Titanic, la rabbia della pronipote di due sopravvissuti: «È un cimitero, non Disneyland. Basta con i viaggi avventura»
di Claudia Guasco
Lunedì 26 Giugno 2023, 18:24 - Ultimo agg. 19:38
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Viaggi «pacchiani e disgustosi», «irrispettosi nei confronti di coloro che sono periti nel disastro». Per i discendenti di chi è morto nell’affondamento del Titanic, il resti del transatlantico che il 14 aprile 1912 si è schiantato contro un iceberg causando la morte di 1.518 passeggeri (37 dei quali italiani) dovrebbero essere preservati con il composto riguardo che si dedica ai cimiteri. «Sono la tomba dei nostri cari, non una Disneyland per turisti in cerca di avventura», riflettono amareggiati.

Titanic, la rabbia della pronipote di due sopravvissuti

Secondo di un trio di transatlantici, il Titanic, insieme alle navi gemelle RMS Olympic e HMHS Britannic, era stato progettato per fornire un collegamento settimanale di linea con l’America e garantire il dominio delle rotte oceaniche alla White Star Line. Costruito nei cantieri Harland and Wolff di Belfast, era la massima espressione della tecnologia navale dell’epoca oltre che il più imponente e lussuoso bastimento del mondo. Prima che colasse a picco con il suo carico umano. «Persone che hanno perso la vita in un modo orribile e tragico. Lasciatele riposare», è la preghiera di John Locascio, 69 anni, che ha perso gli zii Alberto e Sebastiano Peracchio, giovani camerieri a bordo.

Leah Aks e F. Phillip Aks erano invece nella lista dei 705 sopravvissuti e ora la pronipote Shelley Binder, diventata una delle principali storiche del Titanic, dà loro voce chiedendo rispetto: «Vorrei che lasciassero in pace la nave.

Basta con i viaggi turistici d’altura», afferma, certa che Leah e Phillip non avrebbero approvato la missione da 250.000 dollari a testa per un posto sul sottomarino che si aggirava tra i resti dello scafo. «La mia sensazione istintiva è che la mia bisnonna non sarebbe favorevole. È morta nel 1967, quindi probabilmente non sarebbe in grado di comprendere un’idea del genere», ha spiegano al The Sun. «La reputerebbe uno sfregio. Ciò che è accaduto sul Titanic l’ha segnata in modo indelebile per il resto della vita. Era torturata dal ricordo. E so per certo - aggiunge Shelley Binder - che il mio prozio non era d’accordo. Quando trovarono il transatlantico nel 1985, mi disse: “Vorrei che lasciassero in pace la nave”».

F. Phillip Aks aveva solo 10 mesi quando è stato separato dalla madre nelle prime ore del mattino del 15 aprile, nel momento in cui il transatlantico dopo la collisione ha iniziato ad affondare. L’impatto con l’iceberg ha causato l’apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento, allagando i primi cinque compartimenti stagni, in 2 ore e 40 minuti la nave si è inabissata. Leah e il figlio vengono recuperati dal Carpathia e si riabbracciano in infermeria. «Per loro è stato un miracolo salvarsi, ma i corpi di intere famiglie non sono mai stati recuperati e il Titanic è il loro ultimo luogo di riposo», sottolinea la storica. Per i discendenti i viaggi del sottomarino Titan a caccia di emozioni negli abissi rappresentano un oltraggio alla memoria. Helen Richardson, 40 anni, del Norfolk, è la pronipote di Christopher Arthur Shulver, un pompiere del Titanic sopravvissuto all’affondamento prima di morire in un’esplosione sulla RMS Adriatic, un’altra nave della White Star, nel 1922. «È un luogo in cui tutta quella povera gente ha perso la vita - rimarca - Tragico anche per coloro che ce l’hanno fatta». Meme Bell ha perso il prozio Sam Williams, fuochista dell’equipaggio: «Dovrebbe essere lasciato in pace. Il Titanic non è un’attrazione turistica, è un cimitero».

Le vittime del Titan

Ma la famiglia di Hamish Harding, 58 anni, uno dei passeggeri morti a bordo del Titan dopo l’implosione del sommergibile, ne difende lo spirito di avventura. «Se possiamo trarre una piccola consolazione da questa tragedia è che l’abbiamo perso mentre faceva ciò che amava», dicono. Harding era un imprenditore con una lunga esperienza di esploratore, anche al Polo Sud, e un anno fa si era prenotato per un volo nello spazio a bordo del razzo Blue Origin. Con lui c’erano il magnate pakistano dell’energia e della tecnologia Shanzada Dawood e suo figlio Sulaiman, 19 anni. «Risolverò il cubo di Rubik a 3.700 metri sotto il livello del mare», questo era il record a cui puntava riferito dalla mamma Christine Dawood. E il padre era pronto a immortalare tutto con la telecamera. Gli altri posti erano occupati dal sommozzatore francese ed esperto del Titanic Paul-Henri Nargeolet e dal fondatore di OceanGate, Stockton Rush.

Nelle prossime settimane gli audio e i registri di bordo saranno esaminati dagli investigatori canadesi saliti a bordo della nave che ha lanciato il sommergibile nelle profondità del mare alla ricerca del transatlantico. La Polar Prince è salpata il 16 giugno con 41 persone a bordo tra cui 17 membri dell’equipaggio, che saranno interrogati, e i cinque passeggeri del Titan. Secondo le prime ricostruzioni, il sommergibile è imploso poco dopo l’immersione, per questo sarà cruciale analizzare le comunicazioni prima che la nave perdesse i contatti, soprattutto alla luce del fatto che non c’è una scatola nera. Seguiranno poi gli approfondimenti sui detriti, che robot teleguidati stanno continuando a cercare sul fondo del mare a oltre 3.000 metri di profondità. Gli investigatori dovranno stabilire il ruolo avuto nell’incidente del materiale utilizzato per la costruzione del sottomarino, fibra di carbonio per di più di bassa qualità e riciclata dalla Boeing come avrebbe confessato il ceo Rush a un giornalista che avrebbe dovuto partire per una missione a giugno.

 

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