Taiwan, perché queste elezioni sono importanti a livello globale. La Cina vieta di parlarne sui social e invia 8 jet e 6 navi militari

Sono tre i grandi partiti in corsa: il favorito è l'indipendentista Lai, dello stesso partito del presidente uscente Tsai ing-wen

Taiwan, perché queste elezioni sono importanti a livello globale. La Cina vieta di parlarne sui social e invia 8 jet e 6 navi militari
Taiwan, perché queste elezioni sono importanti a livello globale. La Cina vieta di parlarne sui social e invia 8 jet e 6 navi militari
di Gianluca Carini
Sabato 13 Gennaio 2024, 13:14
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Taiwan al voto per il rinnovo del Parlamento e l'elezione del successore del presidente Tsai ing-wen. Per i 19 milioni di elettori, i seggi si sono chiusi alle 16 (le 9 del mattino da noi) ed è in corso lo spoglio. Non sono previsti exit poll e il risultato sarà noto in serata. Intanto la Cina ha inviato nei pressi dell’isola otto jet e sei navi militari: lo ha denunciato il ministero della Difesa taiwanese, parlando anche di due palloni spia inviati da Pechino. Mentre sul social cinese Weibo è stato bloccato l’hashtag «elezioni in Taiwan», in grande tendenza dopo l’apertura delle urne sull’isola. «In conformità con le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non viene visualizzato», è il messaggio che appare in queste ore se si prova a cercare l'hashtag sulle elezioni a Taiwan.

L'inedita corsa a tre

Il favorito è William Lai del Partito Democratico Progressista (DPP). Lai è il vice dell'uscente Tsai Ing-wen, che non può ripresentarsi per limiti di mandato. Una sua elezione segnerebbe quindi la strada della continuità. Lai si è definito un «indipendentista pragmatico», mentre per Pechino è un «piantagrane». Con il candidato favorito corre anche Hsiao Bi-Khim, ex inviata di Taiwan negli Stati Uniti (una sorta di ambasciatore de facto).

Il DPP ha sempre basato il mantenimento dello status quo di Taiwan sulle relazioni internazionali, e in particolare con gli Stati Uniti.  E anche la scelta del ticket Lai-Hsiao sembra tener conto dei rapporti internazionali: il primo - secondo alcuni analisti - non sarebbe così gradito a Washington, al contrario di Hsiao, che però è soggetta a sanzioni cinese.

Il principale candidato dell'opposizione è Hou You-yi del partito conservatore Kuomintang (KMT). Ex poliziotto e popolare sindaco di Nuova Taipei, ha provato a dare al suo partito un aspetto meno elitario. Un profilo moderato e comune, che però - secondo alcuni analisti - potrebbe pagare questo aspetto sul fronte della politica estera, dove Taiwan deve giocare sul tavolo Cina-Usa. Rispetto a Lai, Hou ha una posizione più sfumata sui rapporti con Pechino: da un lato spinge per un maggiore dialogo (anche aumentando i rapporti economici) con la Cina, ma al contempo respinge sia l'indipendenza di Taiwan che il modello "un Paese, due sistemi" suggerito dal Partito Comunista Cinese.

Il "terzo incomodo" in questa apparente corsa a due è Ko Wen-je del neonato Partito Popolare di Taiwan (TPP). Ex sindaco di Taipei (prima ancora era un chirurgo), ha puntato molto sul suo profilo tecnico e sulla politica interna, più che sulle relazioni internazionali. Sulla questione cinese, Ko sponsorizza una "via di mezzo" tra il DPP e il KMT, anche se le sue posizioni appaiono più vicine alla seconda. Ma, anche per qualche gaffe, sembra al momento fuori dai giochi.

Le dichiarazioni e gli scenari

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto alla Cina di «mantenere la pace e la stabilità» durante le elezioni presidenziali e legislative in corso a Taiwan. Lo si legge in una nota del Dipartimento di Stato Usa. Taiwan è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949, ma Pechino ha più volte ribadito la volontà di riannettere l'isola. Lo ha fatto ad esempio Xi Jinping nel discordo di Capodanno. Mentre gli Stati Uniti (che pure si sono impegnati a sostenere qualunque governo emerga dal voto) sono sempre stati tra i principali alleati di Taiwan. Ragion per cui le vicende dell'isola non hanno mai carattere solo locale.

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