«Questi? Sono soldi nostri». Suona più o meno così la giustificazione fornita dal sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, e dal suo staffista, Francesco Di Maio, nel momento in cui i finanzieri li hanno perquisiti e trovati in possesso rispettivamente di 4500 e 1500 euro in contanti, per un totale di 6000 euro. Una giustificazione che non è servita ad evitare l'arresto in flagranza di reato per induzione indebita a dare o promettere utilità.
Nella toilette del ristorante in cui l'imprenditore, vittima delle richieste di denaro, aveva dato appuntamento ai due, le fiamme gialle avevano installato una telecamera nascosta che ha ripreso Di Maio mentre contava il denaro. Un arresto che, per gli inquirenti, potrebbe rappresentare una sorta di riscontro alle indagini, che vanno avanti da oltre due anni, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituti Giuliano Schioppi e Matteo De Micheli) e condotte dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata e della compagnia di Massa Lubrense, agli ordini del colonnello Gennaro Pino e del capitano Francesco Tartaglione, con le ipotesi di reato ipotizzate nei confronti di 22 indagati che vanno dalla corruzione, alla turbativa d'asta e al peculato.
Le mazzette
Il sindaco Coppola e il suo staffista sono stati arrestati perché avrebbero intascato 6000 euro da un imprenditore assegnatario di un appalto da 4,5 milioni di euro per il servizio di mensa scolastica. La mazzetta in totale ammonterebbe a 120mila euro e, nel corso dei mesi, i due avrebbero già intascato 66mila euro. Inoltre, in casa di Coppola, i finanzieri hanno sequestrato 34mila euro in contanti, che si aggiungono ai 15mila sequestrati (e restituiti dal Riesame) a Natale, trovati all'interno di un panettone. Una serie di accuse, queste, per le quali i due indagati, detenuti da due notti nel carcere di Poggioreale, saranno chiamati a difendersi già questa mattina, durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto dinanzi al gip del tribunale di Torre Annunziata, Emanuela Cozzitorto. Coppola sarà assistito dall'avvocato Giovanbattista Pane, mentre Di Maio è difeso dall'avvocato Alessandro Orsi.
Al momento, il primo cittadino non pensa alle dimissioni, mentre la prefettura di Napoli sta già valutando se disporre la sospensione di Massimo Coppola dalla carica di sindaco di Sorrento. L'inchiesta, infatti, è ben più ampia e avrebbe riscontrato numerose irregolarità nell'assegnazione di diversi appalti pubblici, per i quali sono state eseguite perquisizioni e acquisizioni di documenti e atti a riscontro delle tesi dell'accusa. Figura chiave sarebbe quella di Raffaele Guida, Lello il sensitivo, per pochi giorni membro dello staff del sindaco, ritenuto uomo di fiducia e intermediario con alcuni imprenditori per l'incasso delle tangenti: a casa sua, a Santa Maria a Vico, i finanzieri hanno sequestrato 167mila euro in contanti.
Il sistema
Ma all'attenzione degli inquirenti ci sono affidamenti diretti e appalti pubblici. Tra gli indagati a piede libero, destinatari della perquisizione, figura anche Vincenzo Sorrentino, consigliere comunale di maggioranza e commercialista di fiducia del sindaco Coppola, ritenuto dagli inquirenti il vero e proprio ideatore di uno dei «sistemi» per la gestione del denaro pubblico attraverso l'associazione culturale La Fenice, ritenuta una sorta di bancomat del primo cittadino e che si è occupata degli eventi natalizi per 85mila euro di fondi provenienti dalla tassa di soggiorno.
Tra le spese con la carta dell'associazione, figurano anche i costi di un resort a Paestum per lo stesso sindaco Coppola. Tra appalti e affidamenti diretti, quella che somiglia sempre più ad una nuova «tangentopoli» tutta sorrentina potrebbe avere le prime risposte oggi, con gli interrogatori dei due arrestati.