Cuginette violentate a Caivano, nel parco Verde arriva l'antimafia

Il ministro Piantedosi: «Lo Stato c'è, lo stupro di gruppo è un problema culturale»

Il parco Verde di Caivano
Il parco Verde di Caivano
Domenica 27 Agosto 2023, 19:18 - Ultimo agg. 23:30
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La presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, nei prossimi giorni sarà nel Parco Verde di Caivano, sede della piazza di spaccio più grande d'Europa e luogo dell'orrore per gli abusi contro due bambine da parte di un branco di giovanissimi. La notizia della visita mentre il ministro dell'Interno risponde a chi accusa le istituzioni di aver lasciato proliferare il degrado: a Caivano «l'attività delle forze dell'ordine fa segnare quotidianamente successi e risultati molto importanti», ricorda Matteo Piantedosi sottolineando che la vicenda degli stupri di gruppo, qui come a Palermo, non è solo questione di sicurezza ma anche tema culturale, «che coinvolge l'educazione dei ragazzi, la scuola».

Don Maurizio Patriciello, il parroco anticlan simbolo della voglia di riscatto del Parco Verde, condivide il giudizio di Piantedosi sull'impegno delle forze di polizia, ma ricorda che i problemi del quartiere vanno al di là della questione sicurezza. «Lo Stato non è solo la divisa di validissimi investigatori che tanto stanno facendo e ai quali va il nostro ringraziamento.

Lo Stato si manifesta anche in altri servizi, come la presenza di una linea di trasporto o di una farmacia». Al Parco Verde manca tutto questo e molto altro, ricorda il parroco nella messa domenicale chiamando accanto a sé sull'altare un ragazzo che anni fa, in un incontro con il Capo dello Stato, raccontò di dover attraversare ogni mattina cinque piazze di spaccio per arrivare a scuola. Don Patriciello punta poi l'indice contro i troppi silenzi, il clima di omertà: «Di fronte a tutto ciò nessuno può lavarsi le mani, guardare altrove, dire 'io non c'entrò».

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Ma ad ascoltare l'omelia sono in pochi, in una chiesa semivuota: colpa del caldo, ma anche del clima di tensione e di stanchezza dopo la notizia degli abusi sulle cuginette, che dimostra come nulla sia cambiato a nove anni dalla tragedia di Fortuna, la bimba vittima di violenze sessuali gettata dal balcone perché si ribellava al suo aguzzino. Di tutto ciò don Maurizio vorrebbe parlare con la premier Meloni, cui ha rivolto un invito nel Parco Verde. Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, spera invece di avere qui Papa Francesco, durante una futura visita pastorale in Campania, e intanto accusa: «Penso al capannone dove si è consumato l'orrore sulle cuginette, un monumento all'abbandono. Lo Stato non può lasciare che le opportunità restino inutilizzate, sprecate. È una vergogna».

 

Prosegue intanto nel massimo riserbo il lavoro dei carabinieri, della procura minorile di Napoli e dei pm di Napoli Nord sulle violenze di gruppo che si sarebbero ripetute per mesi sulle due cuginette di 10 e 12 anni. Una quindicina gli indagati, quasi tutti minorenni, alcuni dei quali non imputabili; una decina i telefonini sequestrati su cui si cercano tracce, in particolare i video delle violenze che sarebbero stati usati per ricattare e costringere al silenzio le due bambine. Del branco avrebbero fatto parte anche due figli dei boss delle piazze di spaccio.

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