Giugliano, accoltella il padre e avvisa i carabinieri: «Vengo in caserma»

Pugnalato all'addome dopo una lite, genitore fuori pericolo

La caserma dei carabinieri
La caserma dei carabinieri
di Cristina Liguori
Martedì 24 Ottobre 2023, 08:26
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Cosa lo abbia spinto a colpire il padre con un fendente all'addome non si sa. Il colpo sarebbe stato sferrato dopo una furiosa lite pare per futili motivi. Lui però non ha tentato di scappare né di sottrarsi alla giustizia. Anzi dopo aver colpito il genitore ha allertato i carabinieri avvisandoli addirittura del suo arrivo in Caserma. È accaduto a Giugliano tra via Verdi e via Spazzilli, strade a ridosso del centro storico. I due, padre e figlio, per motivi che ancora non sono chiari iniziano a litigare. La diatriba sarà probabilmente esplosa per dissidi pregressi, forse una questione di soldi, forse tensioni legate allo stato di disoccupazione del 39enne che viveva ancora in casa con il padre. Sta di fatto che in un momento di impeto e di ira l'uomo perde il controllo e minaccia pesantemente la vittima.

A quel punto i toni si fanno ancora più accesi e tra lui e il genitore 61enne lo scontro si fa più aspro. È in quel momento che l'aggressore G.D, va nella sua stanza e afferra un coltello stile Rambo nel chiaro intento di spaventare il padre. Ma una volta giunto al cospetto del genitore anziché brandirlo per intimorirlo lo usa colpendo la vittima all'addome con un fendente. Un colpo secco. L'uomo si accascia terrorizzato e pieno di sangue. Resosi conto della gravità dei fatti chiede immediatamente aiuto.

Con il cellulare riesce a chiamare i soccorsi mentre il figlio invece si autodenuncia chiamando a sua volta i carabinieri: «Ho accoltellato mio padre e sto venendo in caserma». I militari della compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Matteo Alborghetti, intervengono subito, ma intanto il 39enne era già pronto con il suo avvocato e difatti, dopo poco, si presenta in caserma visibilmente provato.

Ai carabinieri confesserà tutto anche se non svelerà il motivo della lite. Il 39enne ha poi fornito anche indicazioni per far ritrovare il pugnale utilizzato e gettato poco prima in un cespuglio durante il tragitto. L'arma lunga 35 centimetri era custodita in una fodera.

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A casa sua e del genitore ferito è stato trovato anche un manganello estensibile lungo 60 centimetri. Come mai fosse in possesso di queste armi non è chiaro. Non si sa dove le abbia acquistate e perché le tenesse in casa. Le indagini lampo coordinate dalla procura di Napoli nord hanno quindi dato la possibilità di accertare i fatti e di ricostruire quanto accaduto l'altra sera. La vittima è stata ricoverata all'ospedale San Giuliano di Giugliano con una ferita profonda più di dieci centimetri. È fuori pericolo, per lui una diagnosi di 30 giorni. L'aggressore invece è accusato di tentato omicidio ed è stato condotto in carcere.
 

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