Ischia, scandalo Colombaia: degrado e abbandono nella villa di Visconti

La dimora del regista chiusa dal 2015

Il flash mob alla Colombaia
Il flash mob alla Colombaia
di Massimo Zivelli
Domenica 12 Marzo 2023, 10:40
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Sempre più abbandonate al degrado e alla decadenza la villa di Luchino Visconti e la sepoltura stessa del Maestro che, colpevolmente sono state dimenticate dalla politica e dalle istituzioni, ma non certamente dai cittadini che anche ieri e per l'ennesima volta hanno voluto dimostrare tutto il loro sdegno per questo scandalo che dura oramai da troppi anni.

È bastato un appello lanciato attraverso i social alcune ore prima, e al flash mob convocato all'ingresso principale della «Colombaia» si sono presentate alcune decine di persone per testimoniare ancora una volta il loro dissenso a quello che pare essere diventato l'inarrestabile declino di uno fra i maggiori simboli della cultura italiana nel mondo.

Fra i partecipanti al flash mob si sono ritrovati anche alcuni turisti tedeschi di passaggio. Una presenza la loro, assolutamente involontaria, considerato che il gruppetto di vacanzieri era giunto alla «Colombaia» per visitarla dopo aver fatto analoga cosa al museo archeologico nella Villa Arbusto di Angelo Rizzoli.

Grande la delusione di Franz, Johanna, Peter e degli altri turisti (che hanno preferito la stagione invernale per godersi l'isola, perché il turismo per molti non è solo mare e sole), quando hanno appreso dalla voce dei manifestanti che la «Colombaia» in realtà è chiusa dal 2015 perché in rovina anche strutturale. «È inconcepibile che in una isola così bella e carica di storia, meta internazionale del turismo, voi italiani non curate una struttura così importante» questa la critica anche ieri raccolta dalla voce dei turisti. Parole amare e dolorose ma che a Forio già da diversi anni la gente del posto si sente ripetere dalla bocca di migliaia di turisti provenienti da ogni angolo d'Europa ed America, per restare puntualmente sconcertati di fronte a questa realtà.

Al flash mob di ieri ha voluto prendere parte anche l'ex eurodeputato Franco Iacono, memoria storica di un passaggio fondamentale per la ex villa di Visconti. Fu lui che agli inizi degli anni '90, avvalendosi della sua contemporanea carica di sindaco di Forio, avviò il processo di acquisizione al patrimonio pubblico della proprietà Visconti. Un iter, quello dell'acquisizione del bene, che si rivelò a suo tempo non solo lungo ma anche pieno di insidie per Iacono, che dovette affrontare con determinazione e coraggio più di una difficoltà. Adesso, a raccogliere il testimone dell'anziano uomo politico, c'è il suo primogenito, Vito. «Dalla "Colombaia" deve partire un progetto di rilancio di Forio e dell'isola d'Ischia, già stremata da eventi catastrofici e da una crisi senza precedenti, all'insegna della cultura e del bello. Occorre sostiene Iacono jr - ripartire proprio dai luoghi del degrado come questo, per dare un segnale forte di rinascita e di ripartenza. Perché è una questione morale e civica per la comunità locale ma anche per il nostro Paese, tutelare il luogo dove fra l'altro giacciono i resti mortali di Visconti, perché non si può rendere onore e omaggio alla storia di questo grande del cinema mondiale se non si fa un atto di pietà cristiana e di civiltà, restituendo dignità alla sua sepoltura e alla sua casa, facendo sì che diventi di nuovo il simbolo delle enorme bellezza che per sempre ci donerà la sua arte».

Liquidata definitivamente dalla Regione Campania per una serie di irregolarità e pesanti ammanchi di bilancio (fra l'altro mai del tutto documentati fino in fondo) la Fondazione che per oltre un decennio ne aveva curato la gestione, da diversi anni lo stabile di Villa La Colombaia è rientrato nella disponibilità del suo ente proprietario e cioè il Comune di Forio. Che però non avendo la capacità finanziaria di mantenerla in vita, ha dovuto chiudere la villa senza però al tempo stesso programmarne il futuro gestionale, attraverso anche un affidamento a Fondazioni o privati. «Tale disinteresse a livello locale - conclude Iacono - ha portato poi istituzioni come la Regione stessa e il ministero a lavarsene completamente le mani ed il risultato è sotto gli occhi di tutti».

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