Ischia, torna la paura dopo la frana: in 400 trasferiti negli hotel

Scuole, cimiteri e aree pubbliche resteranno chiuse su tutta l'isola anche oggi

Maltempo: collegamenti difficili per Ischia e Procida
Maltempo: collegamenti difficili per Ischia e Procida
di Massimo Zivelli
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 07:15 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 09:12
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Ancora giorni di preoccupazione e tensione a Ischia per l'allerta meteo, tra il rischio di nuove frane e le mareggiate che hanno già procurato nuovi danni. E mentre dalla zona rossa di Casamicciola in tanti hanno preferito abbandonare le case e trascorrere la notte da parenti oppure in albergo, a Roma il dibattito alla Camera sul decreto (su cui questa mattina è previsto il voto) è stato sospeso per consentire ai capigruppo di cercare meccanismi utili ad aumentare gli stanziamenti statali per ricostruzione e messa in sicurezza del territori (al momento fissati rispettivamente in 100 e 40 milioni). Cifre assolutamente insufficienti quelle indicate dal governo, che stanno scatenando l'ira dei sindaci e della popolazione isolana colpita dalle calamità naturali.

Anche in queste ultime ore sono circa 400 le persone che hanno abbandonato le proprie abitazioni per non rischiare nuovi drammi in conseguenza della forte ondata di maltempo. Scuole, cimiteri ed aree pubbliche resteranno chiuse su tutta l'isola anche oggi, dopo il prolungamento dell'allerta meteo comunicato nel pomeriggio di ieri dalla Protezione Civile. E interdetta al traffico resta anche la statale, nel tratto di litoranea all'ingresso di Casamicciola su cui incombe il rischio di nuove frane. A 300 metri di distanza, al capo opposto della cittadina, la stessa statale resta percorribile a una sola corsia a causa dell'ampia voragine che si era improvvisamente aperta la settimana scorsa. E problemi ci sono anche alla strada di collegamento al Monte Vico (crollo di macigni alla vigilia di Natale) e sulla litoranea che da Forio alla baia di Citara resta percorribile, per un tratto di due chilometri, a una sola corsia, perché le violente mareggiate stanno facendo franare la costa. Ischia, sempre di più fragile ed esposta agli eventi climatici estremi, diventa così un po' come il classico ammalato che rischia di morire mentre i medici discutono. «I medici in questo caso sono le nostre istituzioni statali - dice Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno - che evidentemente ancora non hanno compreso la drammaticità di quello che sta accadendo su questa isola, con i nostri problemi che non sono paragonabili a qualunque altra area della terraferma sconvolta da terremoti o alluvioni.

Dal 26 novembre siamo paralizzati in tutti i sensi e, nonostante i buoni propositi, dal governo non sono arrivati grandi segnali».

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Sulla conversione del decreto Ischia in legge è il deputato Giampiero Zinzi, relatore del provvedimento, a sottolineare come «il clima di condivisione sul tema di tutte le forze politiche presenti in Parlamento aiuta l'isola», assicurando che «tutti assieme stiamo operando per mettere insieme le risorse necessarie per il primo importante intervento». Oggi il voto in aula che non cambierà il quadro delle risorse finanziarie già approvate su indicazione del governo in Commissione Ambiente e Territorio ma darà un segnale sulla possibilità di un incremento di quelle risorse finanziarie, giudicate ampiamente insufficienti all'impresa, considerato che sia nel caso della ricostruzione post sisma che della recente emergenza idrogeologica sono pari solo al dieci per cento della spesa complessiva preventivata per rimettere Ischia in carreggiata. Esemplare la problematica delle delocalizzazioni. Occorrono coperture finanziarie adeguate, perché nella zona rossa della frana non si potrà più ricostruire e quindi case ed abitazioni vanno spostate altrove sul territorio. Solo nel caso della frana (senza contare quindi il terremoto) si parla di un centinaio di unità abitative che andrebbero delocalizzate. Di queste una quarantina sono state distrutte o seriamente compromesse dalla frana, mentre altre 60 risultano solo danneggiate. 

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