Parco Verde di Caivano, case dei clan: censimento e poi sgomberi

Gli alloggi dell'Iacp e gli allacci abusivi: oggi summit con il prefetto per la bonifica

Parco Verde
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di Marco Di Caterino
Lunedì 4 Settembre 2023, 08:56 - Ultimo agg. 5 Settembre, 09:19
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CAIVANO. Monitoraggio capillare dei residenti nel Parco Verde e nel rione Iacp, per scovare chi da decenni occupa abusivamente gli alloggi senza averne il titolo, grazie alla camorra. Attivazione delle procedure d'urgenza degli sfratti coatti.

La ricerca dei fondi da aggiungere ai due milioni di euro già stanziati per ripristinare non solo l'ex centro sportivo "Delphinia", ma anche la restituzione alla citta del campo sportivo, chiuso da anni e in totale abbandono. E proprio in questi posti, si sono consumati parte degli stupri di gruppo da parte di un branco di minorenni e due maggiorenni, ai danni di due ragazzine di dodici e undici anni, tutti, carnefici e vittime residenti nel Parco Verde nel cosiddetto "bronx", le palazzine popolari Iacp di Via Atellana, che da anni funge da succursale dello spaccio per il Parco Verde.

Tutto questo e il recente orribile omicidio di Giovanbattista Cutolo, ucciso a sangue freddo da un sedicenne dei Quartieri Spagnoli, sono da questa mattina sul tavolo del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, presieduto dal prefetto di Napoli Carlo Palomba.

Una riunione non solo consultiva sullo stato dei fatti, ormai più che noti, ma che invece dovrebbe portare ai provvedimenti operativi, finalizzati a bonificare il Parco Verde, estromettendo da quel difficile contesto, tutte le mele marce, tutti i camorristi e chi da anni non paga i canoni di affitto, le bollette dell'acqua, e consuma a sbafo la corrente elettrica con allacci abusivi all'impianto di pubblica illuminazione. Il tutto sotto lo sguardo compiaciuto dei clan che, con la sopraffazione nel corso degli ultimi venti anni, ha fatto sloggiare un centinaia di famiglie, legittimi assegnatari, per favorire familiari e affiliati.

 

Sono nati così i cosiddetti "fortini" della camorra, con i boss ad occupare anche due appartamenti, arredati in stile Gomorra, ubicati all'ultimo piano e non per caso. Sui solai e terrazzi, il cui accesso era impedito da porte blindate e cancellate d'acciaio, veniva attivata la produzione delle dosi di droga, spedite al piano terra e nascoste in doppi fondi dell'ascensore. E accaduto così per anni, e succede ancora nel rione 167 di Arzano, dove è attivo un famelico e feroce clan, nel Rione Salicelle di Afragola, dove due isolati sono di esclusiva residenza del clan Bizzarro Barbato, e in tutti i quartieri della 219. I numeri sono impietosi. Una decina di anni fa, i carabinieri dopo un minuzioso censimento, registrarono che nel Parco Verde, su 758 alloggi, nei quali vivono più di seimila persone e tra questi 1.193 (quasi il venti per cento) sono minorenni, 390 erano occupati abusivamente, e tra questi l'ottanta per cento da persone con precedenti penali.

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Una situazione resa ancora più incandescente dalle tensioni: pochi mesi dopo il controllo dei carabinieri, nel corso di uno sgombero coatto di soli tre appartamenti nel Rione Salicelle, scoppiò una vera e propria rivolta, con un migliaio di persone, per la maggior parte donne e bambini, che occuparono l'Asse Mediano, incendiando copertoni e cassonetti, nonostante il lancio di lacrimogeni e le cariche della polizia. Tutto finì nel giro del pomeriggio, con due arresti. Sono trascorsi 12 anni dalla rivolta, e le oltre cento procedure di sgombero, chiuse nel cassetti del comune, non sono mai partite. Come sono ancora lettera morta, le procedure per altri cento e più occupanti abusivi, censiti tre anni fa dalle forze dell'ordine nel Parco Verde, dove il canone medio per l'affitto di un alloggio che pure è classificato "provvisorio" difficilmente supera gli ottanta euro. Quattro anni fa, il comune, grazie ad una legge ad hoc, aprì al concordato per sanare gli abusi. Ebbene, tra le centinaia di domande presentate, ne fu accolta solo una, quella della sorella di Pasquale Fucito, detto "o marziano", attualmente in carcere per droga. La donna si presentò negli uffici comunali, con oltre trentamila euro. E in mezz'ora diventò proprietaria dell'alloggio occupato per anni a canone zero. Fu questo uno dei motivi per l'ennesimo scioglimento per condizionamenti mafiosi di quella amministrazione.

Sullo scandalo degli alloggi occupati abusivamente con il placet della camorra è intervenuto don Maurizio Patriciello che in una nota stampa scrive : «Speriamo che l'Italia abbia appreso la lezione. Non conviene creare i ghetti. Non conviene allo Stato far proliferare "zone franche" e lasciarle poi nelle mani di piccoli o grandi mafiosi. Non conviene fingere di non vedere il male. Conviene alla politica italiana riprendere in mano la Costituzione ed esserle fedele. Conviene - e tanto - poi per noi cristiani, mettere in pratica il Vangelo e amare gli altri come noi stessi». Il parroco del Parco Verde conclude: «Lo Stato al Parco Verde non c'è, ha detto, nei giorni scorsi, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Tristissima e contraddittoria considerazione. Il Presidente dei ministri, Giorgia Meloni, giovedì con coraggio e determinazione, è venuta a renderlo presente, promettendo di intervenire con "mano potente e braccio teso" per riportare la legalità nella mia parrocchia. La ringrazio e attendo fiducioso».

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