Napoli, l'appello di pm e giudici: «Fermo obbligatorio per i minori armati»

«Stretta sulle babygang dopo l'omicidio di piazza Municipio». Il retroscena del comitato ordine pubblico

Musicista ucciso in piazza Municipio, il luogo del delitto
Musicista ucciso in piazza Municipio, il luogo del delitto
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 4 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 5 Settembre, 09:19
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La richiesta è stata chiara: mettere mano alla legge, creare le condizioni normative per rendere più efficace l’azione delle forze dell’ordine sul territorio. In che modo? Rendere meno discrezionale l’arresto di chi va in giro armato di pistola, ma anche nei confronti di chi viene trovato con in tasca un coltello. Tradotto in parole chiare: chi gira con una pistola o un coltello non se la può cavare con una segnalazione, con la semplice (e spesso inutile) convocazione dei genitori, per essere poi riconsegnato al proprio nucleo familiare. Serve di più. Bisogna mettere mano a una legge che valga per le tante Caivano e le tante azioni di babykiller sparsi in Italia.

Ma proviamo a riannodare il nastro, torniamo alla tarda mattinata di giovedì scorso, quando a Caivano arriva la premier Meloni, tre ministri, i vertici amministrativi dell’area metropolitana e il capo della polizia Vittorio Pisani. Da qualche ora, all’orrore delle due bambine stuprate nella piscina devastata, si è aggiunto l’orrore di piazza Municipio con un 16enne che ha ucciso il musicista Giovanbattista Cutolo, all’interno di un pub, senza alcun motivo. C’è un’occasione istituzionale per far sentire la propria voce, nel corso del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza presieduto dal prefetto Claudio Palomba, che esordisce con una sorta di istantanea delle condizioni di vita a Caivano: «Parliamo di un comune abitato da 36mila residenti, nel quale manca anche un supermercato...».

Poi la parola ai magistrati. Ci sono i vertici del distretto di corte di appello di Napoli, i rappresentanti di Dda e le Procure del territorio, una sola voce per battere su un concetto: «Mancano gli strumenti normativi, serve una svolta sul piano legislativo, bisogna adeguarsi alle mutate esigenze delle nostre aree metropolitane (non solo a Napoli o Caserta, ndr)». Dunque? Bisogna allargare la forbice degli interventi, stabilire dei limiti edittali differenti, in modo da rendere meno spuntata possibile l’azione delle forze dell’ordine sul territorio. E porre un freno alla deriva di giovani armati che da Marechiaro a Caivano, da Ponticelli a rione Salicelle infestano l’area metropolitana.

 

Un messaggio, quello napoletano, che non è caduto nel vuoto. Anzi. Stando a quanto trapelato fino a questo momento, è stato istituito un tavolo per dare vita a un percorso legislativo in grado di trasformare il caso Napoli in un modello da battere e utilizzare anche in altri contesti nazionali. E non è un caso che tra quindici giorni, il ministro Piantedosi sarà di nuovo a Napoli per verificare alcuni aspetti emersi nel corso del comitato di giovedì scorso. È ovvio - sembra di capire - che non è solo un problema giudiziario o normativo. È ovvio - ribadiscono tutte le autorità coinvolte in questa vicenda - che non basta lasciare mano libera agli arresti dei bambini-soldato per ottenere una svolta per contrastare l’emergenza giovanile. Ed è per questo che ci sono altri due punti su cui è stato posto l’accento nell’incontro a porte chiuse al cospetto del presidente del Consiglio: la dispersione scolastica e la necessità di investire sulle strutture sportive e ricreative. Anche in questo caso, non è solo una questione legata a Caivano. Si ragiona su scala metropolitana, alla luce dei dati portati in Comitato dal prefetto, al termine del lavoro condotto negli ultimi due anni.

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Come è noto, è proprio grazie al lavoro fatto da prefettura e Viminale (il cosiddetto Patto per Napoli) che è stato possibile approntare una piattaforma che ha inglobato i dati legati alla evasione scolastica. Ed è grazie a questo strumento, che è stato possibile mettere a nudo i dati legati al sempre più famigerato parco verde: su circa seimila abitanti che risiedono nelle palazzine nate nel dopo terremoto, la dispersione scolastica effettiva raggiunge il picco del 70 per cento, in relazione alle iscrizioni alle superiori. Quindi: sette 14enni su dieci si iscrivono soltanto alle superiori, senza frequentare di fatto l’anno scolastico. E sono quelli che rischiano di entrare nei circuiti dello spaccio e della delinquenza di strada. Argomenti che verranno affrontati questa mattina in materia di ordine pubblico e sicurezza, nel corso del doppio vertice in Prefettura: alle 11 si comuncia con esponenti del mondo della scuola e delle amministrazioni locali; più tardi, intorno alle 13, un secondo tavolo che vedrà protagonisti i magistrati del distretto.

Anche in questo caso, si parlerà di Caivano e di Piazza Municipio, di risorse da impiegare e di leggi da cambiare. A partire dal discorso sulle armi. Una questione, quella militare, che prende le mosse da una frase detta dal minore accusato dell’omicidio del musicista Giogiò Cutolo: «Dove ho preso la pistola? Ai Quartieri Spagnoli girano come fossero acqua fresca», ha spiegato nel corso di un primissimo contatto con le forze dell’ordine. Una conferma dell’esigenza di intervenire, anche alla luce di un altro episodio, che ha visto ancora protagonisti i minori: quello accaduto a Ponticelli, con un 15enne che ha colpito a coltellate un suo coetaneo durante una seduta di fantacalcio. Per lui arresto convalidato dal gip (accusa è di tentato omicidio), altro episodio che spinge inquirenti a chiedere di fare presto: basta bimbi soldato, stop a giovanissimi armati. Bisogna dare la possibilità di arrestare, di superare il gap della discrezionalità. 

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