Pomigliano, bambino ferito in casa da un colpo di pistola: denunciato il nonno

L'uomo è un noto istruttore di tiro

Il luogo del dramma
Il luogo del dramma
di Pino Neri
Domenica 16 Luglio 2023, 10:00 - Ultimo agg. 17 Luglio, 09:31
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Gli inquirenti stanno vagliando l'esatta dinamica dei fatti ma quel che è certo è che nell'abitazione di un istruttore di tiro professionista un bambino stava per perdere la vita a causa di un colpo partito da una pistola. Il piccolo, rimasto gravemente ferito, ha subito una delicata operazione effettuata nell'ospedale pediatrico Santobono e nel corso della quale gli è stata estratta la pallottola che si era conficcata nell'addome. Le sue condizioni sono giudicate stabili ma i sanitari si dichiarano moderatamente ottimisti circa la positiva evoluzione del decorso post operatorio. L'intervento è infatti tecnicamente riuscito. Il bambino adesso si trova ricoverato in terapia intensiva.

L'episodio si è consumato l'altra sera in un alloggio del rione della ricostruzione di Pomigliano, il Parco Partenope, in via Giorgio La Pira.

Qui un bambino di 18 mesi è stato raggiunto al fianco destro dal proiettile di una Beretta calibro 6 e 35 legalmente detenuta dal nonno, che nella vita fa l'istruttore di tiro, vale a dire che per mestiere insegna l'uso corretto delle armi da fuoco. È stato però proprio il nonno del piccolo ad addossarsi tutta la responsabilità dell'accaduto.

Ha riferito alla polizia che il proiettile che ha ferito il suo nipotino è partito dalla pistola che stava maneggiando in camera da letto. Il colpo sarebbe partito a seguito della caduta dell'arma sul pavimento, scivolata dalle sue mani.
In quel frangente il nipotino dell'uomo, 56 anni, si sarebbe trovato per caso sulla traiettoria della pallottola che lo ha colpito sul fianco destro. Punta quindi sull'assoluta accidentalità la versione fornita dal nonno che ha comunque indotto gli inquirenti a denunciare l'istruttore di tiro per lesioni colpose aggravate. Comunque le certezze sull'esatta ricostruzione del fatto potranno essere fornite solo dalla perizia balistica affidata agli uomini della Squadra Mobile di Napoli, intervenuti appena hanno saputo del ferimento del bimbo (le indagini sono coordinate dalla Procura di Nola). Dubbi da fugare.

Non è stato ancora possibile accertare per quale motivo un istruttore professionista di armi da fuoco stesse maneggiando una pistola carica proprio mentre il luogo in cui stava effettuando questa operazione era frequentato da altre persone, per giunta bambini. Una circostanza aggravata dal ritrovamento di un vero e proprio arsenale proprio nell'abitazione del presunto responsabile del ferimento. Nella stessa abitazione gli agenti della Mobile hanno infatti trovato altre nove pistole e sei fucili. Secondo quanto riferito dal nonno del bambino finito in ospedale si tratta di armi che utilizza per la sua attività di istruttore. Sia a Pomigliano che a Napoli l'uomo è conosciuto proprio per questo. Spesso si reca al poligono di tiro di Bagnoli, a Napoli, in via Campegna, dov'è peraltro apprezzato e stimato per la sua professionalità e serietà, stando almeno ad alcune testimonianze. Intanto a Pomigliano c'è apprensione per il nipotino ferito. Il bimbo di appena un anno e mezzo è giunto al Santobono con una ferita d'arma da fuoco all'addome ed è stato sottoposto nella notte tra venerdi e sabato a un delicato intervento chirurgico eseguito dall'equipe diretta dal dottor Giovanni Gaglione, direttore della chirurgia pediatrica del Santobono-Pausilipon.
 

Il piccolo ora si trova ricoverato in rianimazione, affidato alle cure del direttore dell'unità operativa, Geremia Zito Marinosci, e del personale della terapia intensiva. Le sue condizioni sono stabili ma la prognosi resta riservata. È un dramma che appare inspiegabilmente imbrigliato in un paradosso scaturito dalla professione dell'uomo. Gli istruttori di tiro per mestiere insegnano ai nuovi possessori di armi da fuoco il modo migliore per usarle, mantenerle e conservarle in modo corretto.

Devono possedere certificazioni rilasciate da appositi organismi di formazione oltre che, ovviamente, il porto d'armi rilasciato dallo Stato. Ma l'episodio avvenuto a Pomigliano alimenta dunque una serie di interrogativi ai quali solo l'esito dell'indagine, peraltro in pieno svolgimento, potrà dare risposta. Rimane il dato sul possesso delle armi da fuoco in Italia: sono circa 7 milioni quelle legalmente possedute da oltre 1milione e 200mila persone.

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