Rifiuti, sfida del Viminale: «Boom di blitz e denunce, salvare Terra dei fuochi»

Incendi diminuiti del sette per cento

Piantedosi
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Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 27 Marzo 2024, 10:54 - Ultimo agg. 12:40
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Un anno scandito da denunce, blitz e sequestri, al termine di un lavoro che ha ottenuto un primo risultato evidente: sono diminuiti i roghi nella terra dei fuochi, sono stati censiti meno incendi in quella zona diventata famigerata su scala nazionale. È questo il bilancio tracciato ieri dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, nel corso della sua relazione in commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Circa un'ora di audizione per fare il punto delle norme vigenti in materia di contrasto alle ecomafie, ma anche per elencare il frutto del lavoro investigativo e repressivo messo in campo dalle forze dell'ordine, sotto il coordinamento delle prefetture e dello stesso Viminale.

L'analisi

In sintesi, il ministro batte su due concetti: da un lato sono diminuiti i roghi; dall'altro - in Campania come in altre regioni italiane - il pressing dei clan per infiltrarsi nel ciclo dei rifiuti è asfissiante. Quanto basta a incentivare l'azione di contrasto, partendo da un dato: «Questo governo non fa passi indietro nell'azione di contrasto di chi deturpa il territorio, come apparso evidente dall'esigenza di rigenerazione emersa dal decreto Caivano».

Ma restiamo ai numeri legati alla cosiddetta terra dei fuochi, che incide - come sottolinea il ministero - su un'area che comprende una novantina di comuni. Anno 2023, dunque, sono 798 le attività industriali commerciali e agricole controllate; sono 291 invece le attività agricole e commerciali sanzionate; 1258 i veicoli sequestrati, 368 le persone denunciate; 1101 le persone raggiunte da sanzioni.

Un'attività di prevenzione e controllo che ha dato i suoi frutti, dal momento che i risultati ci sono: nel 2023 sono stati 980 i roghi censiti, con una riduzione del 7 per cento in meno rispetto all'anno precedente. Un dato sul quale non mancano interventi di natura politica. È il caso della riflessione del deputato Francesco Borrelli (Verdi) che, a proposito delle cifre del Viminale, spiega: «Mentre i roghi sono diminuiti, non possiamo dire lo stesso sugli sversamenti abusivi che continuano a infestare e avvelenare la nostra terra. Gli arresti sono pochi e la presenza dei militari è a mio avviso quasi impercettibile per questo bisognerebbe verificare una modifica legislativa». Ma torniamo al bilancio tracciato dal ministro Piantedosi, in relazione al cosiddetto pressing della criminalità organizzata sul ciclo di raccolta dei rifiuti. Nel corso della sua relazione, il capo del Viminale ha spiegato che il fenomeno di aggressione al territorio assume sempre di più «profili transnazionali. È evidente il tentativo di infiltrazione da parte di soggetti legati alla malavita organizzata nel settore della raccolta dei rifiuti, in una filiera che vede in campo soggetti e protagonisti differenti». Stando alle indagini più recenti, infatti, c'è la tendenza a stabilire rapporti illegali sia con funzionari pubblici che con manager privati, ovviamente interessati ad abbattere i costi di gestioni per quanto riguarda lo smaltimento del materiale di risulta. Tessile, agricolo, industriale. Mondi diversi aggrediti sempre con le stesse logiche. Ed è in questo scenario infatti che spiccano figure che vengono più volte citate nell'ambito della relazione di Piantedosi: non sono mancate responsabilità da parte di specialisti che lavorano nei laboratori chimici. Hanno un ruolo primario nella classificazione di un rifiuto, nella definizione di un attestato medico, nella derubricazione di un codice o di una bolla di accompagnamento. In sintesi, spesso dipende da un attestato (che può anche diventare un falso attestato) se il trasporto o lo smistamento di un carico di rifiuti assume un determinato costo.

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Lo scenario

Negli ultimi mesi, sono emersi contatti di trafficanti anche in Asia e Africa, in un contesto in cui le indagini si sono avvalse anche di droni. Traffici tra bande organizzate in continenti diversi. Materia complessa quella del ciclo dei rifiuti e della tutela dell'ambiente. Si va dai siti di stoccaggio alle discariche, che spesso vengono messe a norma solo in modo cartolare, per poi arrivare alla definizione di delibere da parte di uffici tecnici degli enti locali, fino al ruolo dei privati. È in questo scenario che sta diventando sempre più evidente il ruolo di veri e propri service del crimine, che si propongono alle ditte appaltatrici di attività regolarmente svolte per garantire l'abbattimento dei costi. In che modo? Purtroppo passando sempre attraverso lo stesso metodo, la stessa strategia, che è quella del falso certificato, della falsa bolla di accompagnamento.
In questa logica, il Viminale ha snocciolato arresti e denunce messe in campo nel 2023 (prevalentemente da carabinieri e guardia di finanza), in un contesto che attende sempre e comunque nuovi finanziamenti.
 

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