Anacapri, strage delle caprette la verità dalle analisi

I corpi degli animali rimossi, si cercano tracce di veleno

Le capre morte
Le capre morte
di Anna Maria Boniello
Lunedì 3 Luglio 2023, 08:28
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Gli operatori del servizio veterinario dell'Asl Napoli 1 Centro, coordinato da Marina Pompameo, hanno rimosso i corpi senza vita delle 25 caprette trovate morte sabato sul sentiero che da Cetrella porta a valle del Monte Solaro. Il recupero è stato difficile a causa dei luoghi impervi.

I resti delle caprette sono stati trasferiti all'Istituto Zooprofilattico di Portici - di concerto con sezione di Anatomia Patologica Veterinaria Università Federico II - che provvederà agli esami di natura infettiva e tossicologia per risalire alle cause di morte. Nessuna ipotesi esclusa, prima fra tutte l'avvelenamento perché da mesi le caprette sono al centro di polemiche: proliferate senza controllo e libere, provocherebbero cadute di massi divorando l'erba. Nei mesi scorsi era stata ipotizzata la cattura e la chiusura in spazi controllati. Sabato lo choc della strage delle caprette.

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Sembrano ormai destinate a scomparire le caprette che vivono da secoli sulle cime rocciose e lungo i pendii dell'isola, che una volta si chiamava Caprae. Il nome era dovuto appunto alla presenza sull'isola di capre e cinghiali.

Oggi però rischia di restare solo il nome Capri. È da qualche tempo che le capre dell'isola sono entrate nelle cronache locali e non, poiché la loro proliferazione e le loro arrampicate, secondo anche alcuni cittadini, provocano cadute di sassi lungo l'altissimo percorso che per 500 metri scende a mare. Tanto che anche il Consiglio Comunale cominciò a pensare ad una sistemazione più idonea e lontana da Capri in un ambiente protetto. Una decisione però che resta ancora in bilico, perché su questa scelta non si è ancora trovato un punto d'incontro e comunque la capretta sia sul Monte Solaro che sul versante di Marina Piccola, Cala Ventrosa e la Grotta Verde è stato sempre avvistata da turisti e bagnanti.

Da quando l'isola è diventata più friabile e il pericolo di frane è più frequente si è cominciato a pensare alla deportazione dell'animale impresso nell'araldica del Comune di Anacapri: la capretta che si arrampica su una scaletta in legno per raggiungere Anacapri. E sempre le caprette sono state insieme ad altri figuranti nel film del regista Mario Martone «Capri Revolution», che narrava storie e riproponeva le ambientazioni del secolo scorso, tra queste il passaggio e la convivenza pacifica tra gli abitanti di allora e le capre.

Una Capri destinata a scomparire. La conferma arriva dalla macabra scoperta di sabato quando su uno dei più bei sentieri dell'isola sono state rinvenuti i corpi di 25 caprette. Numero che potrebbe anche aumentare se le esche avvelenate sono state distribuite in più punti.

Un episodio che non si era mai verificato, da millenni quel tratto di montagna è abitato dalle capre, ma oggi pare che la loro proliferazione stia creando un problema non più tollerato. Sulla strage di capre stanno indagando gli agenti del nucleo di Polizia Municipale di Anacapri unitamente agli operatori dell'Asl Napoli 1.
Nell'isola si attende con ansia l'esito delle analisi tossicologiche dello Zooprofilattico di Portici specializzato in questo tipo di esami. Tra i capresi intanto circola con insistenza la voce e il sospetto che possa essersi trattato di un avvelenamento, eventualità che fa prevedere anche responsabilità di natura penale.
 

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