Terremoto, a Pozzuoli la terra trema dieci volte

La popolazione rimane in allerta

Pozzuoli
Pozzuoli
di Mariagiovanna Capone
Domenica 20 Agosto 2023, 10:56 - Ultimo agg. 21 Agosto, 09:43
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Ancora una notte insonne a Pozzuoli e nelle zone limitrofe. Tre lievi scosse con epicentri nel tratto del golfo tra Bacoli e Bagnoli sono state avvertite dalla cittadinanza già provata dal lungo sciame sismico di venerdì con oltre 175 eventi sismici, la maggior parte a bassissima energia. Il primo sisma di ieri è avvenuto alle 5 in punto e secondo l'Osservatorio Vesuviano ha avuto magnitudo 2.0 e profondità 2,6 chilometri, il secondo e il terzo invece, alle 9.48 e 10.27, con magnitudo 1.2 e 1.8, e profondità 4 e 3,6 chilometri. Tutti percepiti dalla cittadinanza dei comuni affacciati sul golfo, in particolare Pozzuoli e Bacoli, ma anche a Procida, Bagnoli, Pianura, Agnano, Fuorigrotta e Quarto.

Ormai ai Campi Flegrei si sobbalza a ogni scricchiolio o lieve vibrazione. Anche il passaggio di un mezzo pesante mette in agitazione e in tanti provano a trovare risposte alla propria paura su gruppi specializzati sui social, dove molti esperti geologi o perfino sismologi dedicano tempo per spiegare perché questi eventi sismici di bassa magnitudo sono avvertiti dalla popolazione flegrea e perché periodicamente ci sono sciami. Niente di diverso dalle spiegazioni reperibili dal sito dell'Osservatorio Vesuviano o dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dove, oltre al materiale divulgativo sui Campi Flegrei e al bradisismo, sono presenti i bollettini settimanali e mensili con dati e conclusioni.

Ieri in totale ci sono stati dieci eventi sismici di bassa energia, piuttosto prevedibile dopo il rilascio di energia di venerdì, sia per lo sciame di oltre 175 scosse che per quella più intensa di magnitudo 3.6.

Ma perché in tanti avvertono anche scosse di magnitudo sotto 2.0? La bassa profondità è il motivo principale, e quei 2-3 chilometri (fascia piuttosto comune ai Campi Flegrei come si può evincere dai grafici nei bollettini) sono una distanza molto ravvicinata e quindi più rappresentativa dell'intensità o magnitudo. Ecco perché sono percepite di più. Molti cittadini, poi, si chiedono se questi sciami sono legati alla risalita del magma. La risposta è no, e a definirlo è sempre la superficialità degli ipocentri, poiché la camera magmatica dei Campi Flegrei è stata rilevata intorno ai 10 chilometri. Quindi se un terremoto ha origine a quelle profondità, potrebbe essere correlato alla risalita del magma.

Un'eruzione però sarebbe accompagnata anche da altri elementi: sollevamento del suolo importante e molto veloce, valori gravimetrici anomali, così come quelli geochimici. Tutto ciò non sta avvenendo, quindi, motivi di allarmarsi non ce ne sono. Tuttavia temere una caldera come quella flegrea, che ha continue crisi bradisismiche, è giustificato, perché si tratta sempre di un vulcano. Avvertire puzza di zolfo anche in quartieri più distanti dalla Solfatara, come Vomero Centro storico, inoltre, non è anomalo. In genere la propagazione dell'odore di zolfo è favorita dalle condizioni meteorologiche. Alcuni venti aumentano il raggio di propagazione, mentre l'odore più forte in alcune zone è dovuto alla bassa pressione e all'alta umidità che in questo momento stazionano sulla Campania.

Quindi questo alternarsi di periodi di stasi, sciami sismici, velocità di deformazione del suolo che varia a cosa sono dovuti? Al bradisismo, appunto. Gli studiosi concordano nel dire che finché proseguirà il sollevamento del suolo ai Campi Flegrei, la sismicità non può che aumentare.

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Il sollevamento è dovuto a un aumento di pressione e sui motivi la comunità scientifica è divisa: c'è chi parla di un'intrusione continua di magma negli strati superficiali; e chi di degassamento del magma profondo (con la camera magmatica rialimentata da nuovo materiale) che riscalda gli acquiferi superficiali e aumenta la pressione. Quello che si deve capire, però, è che tutta la dinamica dei Campi Flegrei è monitorata h24 dalle reti di sorveglianza dell'Osservatorio Vesuviano, e «allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità», come sottolineato nei bollettini.

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