Napoli, dal Recovery 150 milioni per l'Albergo dei Poveri: «Sarà un polo culturale»

Napoli, dal Recovery 150 milioni per l'Albergo dei Poveri: «Sarà un polo culturale»
di Luigi Roano
Venerdì 9 Aprile 2021, 09:38
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Centocinquanta milioni del Recovery plan da impegnare per la ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell'Albergo dei Poveri in piazza Carlo III. Le nuove funzioni del Serraglio saranno «culturali, espositive, museali, formazione, sociali e direzionali». Insomma, una cittadella per i giovani e non solo nel cuore della città, sull'asse che collega chi arriva da «fuori le mura» e si reca in centro. Un centro polivalente che dovrebbe rilanciare un'intera area dove insistono altre attrazioni culturali come l'Orto Botanico e molte attività artigianali. Un finanziamento fortemente voluto da due ministri: Mara Carfagna che ha la delega al Sud e Dario Franceschini alla Cultura con la ministra che su Franceschini è andata in pressing per sbloccare i fondi. La Carfagna è stata del resto per quasi 5 anni consigliera comunale di Napoli e sa bene come in Comune - con la gestione de Magistris ma anche prima - quella dell'Albergo dei Poveri sia un'autentica scommessa. In questo modo il Serraglio viene sfilato dalla dismissione del patrimonio. L'edificio più grande della città e tra i più grandi d'Europa, infatti, era inserito come bene da dismettere per fare cassa e anche in una partita di giro con Cassa depositi e prestiti. Oggi, con questo finanziamento, si fissa un punto definitivo: l'Albergo dei Poveri resta un bene dei napoletani. Un progetto al quale lavora il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Carmine Piscopo.


I LAVORI
È lo stesso vicesindaco a fare il punto della situazione ripercorrendo le tappe dei cantieri: «In seguito ai lavori eseguiti dalla Soprintendenza ai beni culturali, il Comune ha avviato, a partire dal 2000, un vasto programma di interventi di consolidamento delle strutture, riconfigurazione degli spazi, collaudi ed interventi di bonifica.

Inoltre, sono stati redatti ed approvati i progetti aventi ad oggetto il completamento dei lavori di consolidamento e riconfigurazione architettonica dell'intero complesso monumentale». Centomila metri quadrati le dimesioni del Serraglio che ne fanno uno degli edifici più grandi d'Europa. «In considerazione delle sue notevoli dimensioni - spiega ancora Piscopo - l'intervento complessivo è stato suddiviso in più lotti per i quali si dispone già di progettazioni». Sono 8 i lotti e le conseguenti tipologie di interventi: «Consolidamento e riconfigurazione architettonica dei volumi postici; lotto E, lavori di consolidamento e riconfigurazione architettonica; lotto F, lavori di consolidamento e riconfigurazione; lotto D1, restauro della corte centrale. Recupero e riuso della corte centrale. Completamento lavori di consolidamento e riconfigurazione architettonica lotto F. Lavori di riuso e impiantistica generale per fogne e impianti tecnologici. Completamento lavori di consolidamento e riconfigurazione architettonica lotto E».


LA STORIA
Il Real Albergo dei Poveri o Palazzo Fuga o, nell'uso popolare, Reclusorio o Serraglio, voluto da Carlo III di Borbone per ospitare tutti i poveri del Regno di Napoli, è il maggiore palazzo monumentale della città. Sul sito del Fai - alla sezione Luoghi del cuore - c'è una descrizione del Serraglio che rende bene l'idea della sua grandiosità. «La sua edificazione - si legge - fu affidata nel 1751 all'architetto fiorentino Ferdinando Fuga, che scelse per quest'opera colossale un'area strategica lungo via Foria, una delle principali arterie di accesso alla città dall'entroterra. Il progetto iniziale prevedeva una pianta rettangolare, con cinque cortili interni e una chiesa nel mezzo; i due cortili più esterni furono poi cancellati dal progetto: nel 1819, quando i lavori di costruzione furono definitivamente sospesi, l'edificio era stato realizzato per poco più della metà». Tra i numeri notevoli del palazzo gli oltre 350 metri di lunghezza della facciata, i nove chilometri di sviluppo lineare dei corridoi, le oltre 430 stanze distribuite su quattro livelli, gli 8 metri di altezza della sala più grande cioè l'ex dormitorio. Questo enorme edificio incompiuto che ospitò gli ultimi ha avuto nei secoli una storia travagliata di abbandono e di disastri culminati nel terremoto del 1980. Negli ultimi anni si è avviata una nuova fase di ristrutturazione e riqualificazione promossa dal Comune.

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