Coronavirus a Napoli, scaffali pieni e zero ressa: nei supermercati manca solo il lievito per la pizza

Coronavirus a Napoli, scaffali pieni e zero ressa: nei supermercati manca solo il lievito per la pizza
di Paolo Barbuto
Mercoledì 18 Marzo 2020, 08:30
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La folla man mano diminuisce, i supermercati lentamente tornano alla normalità dopo gli ultimi giorni di assalto veemente da parte dei napoletani. Negli scaffali non manca nulla, anzi qualcosa che manca c'è: «Si tratta del lievito, e in alcuni esercizi anche della farina», dice sorridendo Francesco Siciliano che è direttore commerciale della catena Flor do Cafè e giura che nel giro di qualche ora il prodotto tornerà disponibile.

Mancano lievito e farina quasi dappertutto perché in questi primi giorni di chiusura forzata in casa il piatto più diffuso è stata la pizza e così le scorte di lievito sono andate man mano esaurendosi. Ora, comprenderete tutti che la mancanza di lievito (che peraltro tornerà disponibile prestissimo) non può essere considerata un grave problema sicché converrete che la questione delle scorte nei supermercati può essere sistemata fra quelle non problematiche in questi giorni di grande difficoltà.
 

 

Gli ultimi dieci giorni hanno rappresentato un banco di prova clamoroso soprattutto per la grande distribuzione. In maniera empirica gli esperti di vicende commerciali dei supermercati spiegano che, mediamente, in questo periodo dentro i negozi è entrata la metà dei clienti, solo che quei clienti dimezzati hanno speso mediamente dieci volte in più rispetto alle loro abitudini, significa, insomma, che gli incassi dei supermercati e degli alimentari in genere sono schizzati alle stelle: «Però, credetemi, cancellerei i guadagni di questi giorni in cambio del ritorno alla normalità», sospira Siciliano di Flor do Cafè mentre guarda gli scaffali del supermercato di via Diocleziano e le cassiere con le mascherine sul volto: «Abbiamo cercato sul mercato il maggior numero di mascherine possibile - dice con vigore - diamo anche guanti a tutti i dipendenti e li offriamo pure ai clienti che, comunque, entrano in maniera contingentata».

Proprio sul fronte del contingentamento e della sanificazione dei punti vendita, vengono effettuate centinaia di verifiche al giorno da parte della polizia municipale. Nei giorni iniziali delle ordinanze per il contrasto al coronavirus sono state tantissime le contravvenzioni per gli esercizi che non rispettavano le norme sulla sanificazione ma attualmente la maggior parte dei negozi si è adeguata. Nella sola giornata di ieri i vigili hanno sottoposto a controllo 460 esercizi commerciali sull'intero territorio cittadino e hanno trovato otto situazioni di degrado e in contrasto con le ordinanze dalle quali sono scaturite altrettante denunce nei confronti dei gestori (soprattutto per mancata sanificazione dei locali). Nel corso dei controlli, però, la polizia municipale, sotto il coordinamento del comandante Ciro Esposito, ha individuato altre 42 attività che contravvenivano alle norme sul commercio e ha fatto scattare ulteriori 42 denunce per motivi non collegati all'emergenza per il coronavirus.
 

Dopo la grande corsa agli acquisti della prima settimana di ordinanza, nei supermercati sta lentamente tornando la normalità. Niente più code infinite all'esterno dei punti vendita e poca necessità di contingentare gli ingressi perché di persone in attesa non ce ne sono più tantissime.

Anche il valore degli scontrini emessi per ogni cliente sta drasticamente scemando. Da un lato le persone hanno ormai la casa piena di cibarie e non sentono la necessità di comprarne altre, dall'altro in tanti hanno capito che non c'è necessità di fare corse agli scaffali perché i prodotti non mancheranno.

Può esistere solo qualche lieve ritardo dovuto esclusivamente alle strutture che consegnano i prodotti ai supermercati, si tratta di problematiche legate alla corsa agli acquisti degli ultimi giorni che ha imposto ai punti vendita di chiedere nuovi prodotti a un ritmo prima impensabile: così il giro delle consegne diventa lungo e, spesso, saltano i passaggi e un punto vendita è costretto ad attendere il giorno successivo. 

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