Degrado a Napoli, c'era una volta la cartolina del Golfo: «Meno pini a Posillipo»

Degrado a Napoli, c'era una volta la cartolina del Golfo: «Meno pini a Posillipo»
di Valerio Esca
Mercoledì 11 Novembre 2020, 14:01 - Ultimo agg. 14:19
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Cambia la cartolina di Napoli, addio ai pini di Posillipo. Dopo quasi cento anni la zona della collina conosciuta in tutto il mondo per il suo panorama mozzafiato si sta apprestando a modificare volto. È fissata per metà del prossimo anno la data in cui dovrebbero essere, il condizionale è d'obbligo, ripiantati gli alberi in tutta la zona: da viale Virgilio, a via Boccaccio, passando per via Manzoni e via Tito Lucrezio Caro. Su viale Virgilio i pini saranno sostituiti con altri pini misti a lecci. «I pini viste le dimensioni saranno piantati all'altezza dello spartitraffico, tra viale Virgilio e il suo interviale, nei pressi della grande aiuola. Per il resto saranno sistemati dei lecci. Non saranno invece ripiantati i pini nelle altre vie, ma lecci e magnolie». Lo spiega il presidente della commissione Ambiente Marco Gaudini: «La vera sfida adesso è utilizzare i 5 milioni di euro di fondi messi a disposizione dalla Città metropolitana senza perdere tempo». La gara è in fase di aggiudicazione ed è stata divisa in cinque lotti. Chi si aggiudicherà il bando dovrà piantare alberi in sostituzione di quelli crollati o abbattuti. 

 

Dire addio ai pini per fare spazio a lecci o magnolie significa principalmente due cose: meno manutenzione e minori costi per l'amministrazione. Un pino, una volta cresciuto, necessità di una manutenzione almeno semestrale, soprattutto in zone ad alta densità abitativa, o comunque in luoghi in cui è previsto il passaggio pedonale e c'è un rischio per l'incolumità del cittadino. Il direttore del dipartimento di Agraria, Matteo Lorito, nonché rettore della Federico II spiega: «I pini hanno bisogno di manutenzione e per mantenerli a Posillipo bisognerebbe rifare anche il manto stradale e i marciapiedi, consentire alle radici di avere maggiore spazio.

I pini rappresentano sicuramente per Posillipo un pezzo di storia, sono lì dai primi anni del 900. Ma la valutazione la fanno gli agronomi, dopo una consultazione tra amministrazione e Sovrintendenza. Quella di sostituire i pini è una scelta dovuta dalla modernità. Sulla collina ha effettivamente un impatto paesaggistico, ma per tenerli c'è bisogno di cura. I lecci sono invece più duraturi e sono meno impegnativi». Perché i pini necessitano di tanta manutenzione? «Quando un pino cresce - evidenzia il professor Lorito - e diventa di dimensioni importanti bisogna controllare i carichi e le inclinazioni. E poi sono essenze arboree che tendono ad ammalarsi di più. Per il leccio la crescita è un po' più regolare e considerata più stabile e sicura». 

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Posillipo si appresta dunque a cambiare la propria morfologia, mentre resta l'emergenza ceppaie. Oggi sembra infatti un campo di battaglia. Su viale Boccaccio, ma non solo ci sono resti di pini caduti mesi fa e mai raccolti. L'allarme è stato lanciato dalla commissione Ambiente del Comune e dall'associazione Premio GreenCare: «Bisogna ripristinare il decoro dell'area della collina di Posillipo - sottolinea il presidente dell'associazione ambientalista Benedetta De Falco - Oggi sembra un cimitero degli alberi. Un grande monumento al degrado cittadino. Per quanto riguarda i pini, ci affidiamo alle competenze che dovranno decidere che alberi piantare a Posillipo, ci sono diverse varietà botaniche valide, che magari possano reggere meglio la sollecitazione dei cambiamenti climatici. Certo ci vorrà un verde di lunga durata e di qualità, affinché possa assicurare il ricambio di aria, anidride carbonica-ossigeno. Il verde non è soltanto estetica, ma deve essere funzionale alla nostra vita sulla terra».

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