Trasporti a Napoli, la provocazione per i disabili: «Noi, ciechi per un giorno nella funicolare al buio»

Trasporti a Napoli, la provocazione per i disabili: «Noi, ciechi per un giorno nella funicolare al buio»
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 18 Ottobre 2022, 11:20 - Ultimo agg. 17:21
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L'obiettivo era quello di immedesimarsi fino in fondo nella vita quotidiana di chi intorno a sè non vede nulla. In questo caso poi è diventata una vera e propria sfida. Ovvero: provare a capire sul campo quali difficoltà incontrano i ciechi quando devono spostarsi da un quartiere all'altro della città utilizzando il trasporto pubblico. Senza avere accanto amici o parenti pronti a indicargli la strada, accompagnati solo dal bastone bianco e da un cane guida addestrato per aiutarli a superare gli ostacoli. E così, mutuando la canzone dei Depeche Mode, Walking in my shoes, camminando nelle mie scarpe, Antonia Battista e Chiara Sabino, giovani e tenaci presidenti di due commissioni (Mobilità e Politiche sociali) della Prima municipalità, con il sostegno della consigliera Fabiana Sciarelli, hanno deciso di provarci sul serio.

«Quel brano lo abbiamo preso alla lettera - racconta Antonia Battista, di professione avvocato come Chiara Sabino - siamo convinte che per capire realmente come funzionano le cose bisogna viverle.

C'è un nostro amico che ogni giorno arriva in Municipalità con i mezzi pubblici. Arriva, mette via il suo prezioso bastone e ci racconta le tante peripezie vissute per arrivare sano e salvo a destinazione. Ecco, prendendo spunto dalla sua esperienza, volevamo sperimentare in prima persona che cosa significa muoversi con - o forse sarebbe il caso di dire senza - i suoi occhi». Da qui la decisione/provocazione di organizzare quella che le due presidenti hanno definito Funicolare al buio, un'insolita iniziativa che ieri pomeriggio ha radunato un bel po' di persone - inclusi gruppetti di turisti incuriositi - in piazzetta Augusteo, all'ingresso della funicolare Centrale. In occasione della giornata nazionale dedicata ai cani guida, grazie anche alla collaborazione dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti di Napoli - Antonia, Chiara e Fabiana si sono fatte mettere una benda sugli occhi e - accompagnate da un non vedente con l'ausilio di un cane e del bastone - hanno condiviso disagi, inciampi e difficoltà che un cieco deve patire per raggiungere il Vomero utilizzando la funicolare Centrale. 

«Abbiamo comprato il biglietto insieme con loro, e già questo vi assicuro che per noi non è stato affatto facile, - racconta la Battista - poi sono stati individuati i tornelli da attraversare prima di consultare la mappa tattile, fondamentale per andare avanti nel percorso. Infine, finalmente, siamo saliti a bordo del convoglio. Va detto che per i nostri accompagnatori non vedenti è stato tutto molto più semplice: si muovevano con disinvoltura là dove noi, ciechi per un giorno, abbiamo vissuto diversi disagi».

Viaggio fino alla fermata del Vomero e ritorno, dunque: in prima fila Giovanna Mazzone, presidente della Municipalità, che - bendata anche lei - ha avuto non poche difficoltà a salire la lunga scala che dal convoglio porta a piazza Fuga. «Quando l'hanno bendata, Giovanna si è commossa - racconta Antonia Battista - devo ammettere che è stata un'esperienza forte per tutti. Non si può descrivere quello che abbiamo provato e non vi nascondo che anche a me sono venute le lacrime agli occhi». 

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Il viaggio dei vedenti bendati ha messo in luce una serie di criticità, su tutte l'assenza di un messaggio vocale che indichi la fermata raggiunta: «Ora mettiamo che un cieco debba scendere al corso Vittorio Emanuele e non sa se è la prima o la seconda fermata, rischia certamente di sbagliare. Eppure basterebbe una voce registrata che a ogni stop annunci la stazione raggiunta. Esattamente come accade sulle metropolitane». Per il resto non sarebbero state annotate particolari inadempienze: «Barriere architettoniche non ne abbiamo trovate e nemmeno inciampi particolari. In ogni caso - concludono Battista e Sabino - siamo pronte a raccogliere la nostra esperienza in un dossier che consegneremo nelle mani dei vertici dell'Anm, del sindaco Manfredi e dell'assessore Cosenza. Noi abbiamo fatto le prove sul campo, loro dovranno provare a risolvere i problemi e le difficoltà registrate durante il tragitto». E non finisce qui: prossimo appuntamento nelle stazioni del metrò, poi sarà la volta di bus e tram: «La disabilità va rispettata. Rispettata e protetta. E questo sarà il nostro impegno». 

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