Un futuro per Yesak: a Napoli il secondo intervento salvavita per il bimbo etiope

Un futuro per Yesak: a Napoli il secondo intervento salvavita per il bimbo etiope
Mercoledì 23 Ottobre 2019, 13:41 - Ultimo agg. 16:15
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Per la seconda volta è venuto in Italia, a Napoli, e grazie ad un ponte umanitario è stato sottoposto ad un intervento cardiochirurgico salvavita, a distanza di quattro anni dal primo. Protagonista della vicenda il piccolo Yesak Assefa, un bambino di 5 anni che vive ad Addis Abeba.

La storia del piccolo inizia quando aveva solo un anno. Il suo cuore presentava una gravissima malformazione con l'assenza completa della valvola tricuspide e la metà destra che non si era formata: per questo è fu operato operato a Napoli. Tornato a casa, ha vissuto nella periferia della capitale etiope con la mamma, il papà ed un fratellino. A distanza di 4 anni, Gaetano Palma, responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Cardiochirurgia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, coadiuvato dai cardiochirurghi pediatrici Raffaele Giordano, Sabato Cioffi e Sergio Palumbo, ha sottoposto il piccolo Yesak ad un nuovo intervento al cuore durato 5 ore che ha permesso al sangue di arrivare direttamente, e con più facilità, ai polmoni per ossigenarsi.

L'intervento ha coinvolto l'intera equipe della Cardiochirurgia Pediatrica del Policlinico Federico II, in particolare il team anestesiologico operatorio ed in terapia intensiva. Ancora una volta, tra difficoltà soprattutto burocratiche, è riuscita l'impresa di realizzare un ponte umanitario che ha coinvolto la Direzione Generale della Federico II e la Regione Campania. «Sono orgogliosa che nell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II ad un'assistenza sanitaria di eccellenza si affianchi la capacità dei professionisti di superare le barriere e costruire reti solidali, in sinergia con la Regione Campania. Auguro al piccolo Yesak un futuro sereno e alla sua famiglia desidero rinnovare il nostro impegno, così da continuare a rappresentare per loro un saldo punto di riferimento», sottolinea Anna Iervolino, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II.
 
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