Prosegue ad oltranza l'occupazione messa in atto lo scorso martedì, dai gli studenti dell'Accademia delle belle arti di Napoli. Un presidio che nasce dall'intenzione di protestare contro quelli che da un anno a questa parte, come viene ribadito, sono i gravi disservizi che compromettono lo studio e la socializzazione. La mancata progettualità per un ritorno in presenza, l'assenza della aule studio, l'obbligo di frequenza ed altre “regole” appartenenti al passato, sono tra le cause principali del malessere degli studenti.
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«L'accademia non può andare avanti così – affermano gli allievi – perchè è una delle istituzioni più antiche e prestigiose della città. Abbiamo dovuto ricavarci degli spazi, dove gli spazi non ci sono. Siamo stati costretti ad occupare per far sentire la nostra voce e cercare di far valere i nostri diritti. Ma adesso siamo stanchi. Non possiamo più continuare così. C'è bisogno di capire che ognuno di noi ha la necessità di tornare in aula in tranquillità e contando sul supporto di questa istituzione. Tra l'altro va anche detto che regole come quella dell'obbligo di frequenza, ci stanno procurando non pochi problemi. Per studiare qui c'è bisogno di comprare molti materiali e abbiamo la necessità di lavorare.
Una condizione di stallo quindi che in questa situazione di allerta sanitaria, ha spinto gli studenti ad ipotizzare una campagna di screening e tamponi per tutti. «Ci recheremo nelle strutture dell'ex Opg – concludono gli studenti – per effettuare una serie di tamponi nelle prossime ore. Crediamo che sia necessario rivendicare i nostri diritti ma dobbiamo farlo in piena sicurezza. Anche per questo chiediamo di essere ascoltati e non arretreremo di un passo. Ci è stato comunicato che nelle prossime ore potremmo essere sgomberati. Ora non possiamo fare altro che aspettare».