Napoli, è emergenza clochard: «Costretti ad alloggi in aree pericolose»

Napoli, è emergenza clochard: «Costretti ad alloggi in aree pericolose»
di Oscar De Simone
Martedì 11 Maggio 2021, 21:00 - Ultimo agg. 12 Maggio, 00:19
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Dal tunnel di Piedigrotta a quello laziale e dal sottopasso Claudio agli scogli di Bagnoli, è sempre più emergenza clochard nell'area flegrea napoletana. Un territorio che si estende anche oltre la X Municipalità, che conta più di un milione di abitanti, del tutto sfornito di servizi e centri utili all'assistenza ed all'accoglienza.

Solo nel comune di Napoli infatti, sono a disposizione 350 posti – tra strutture convenzionate ed alternative – che risultano insufficienti a soddisfare le esigenze della città.

Ma non basta. Anche la loro posizione, come nel caso dell'edificio in di via De Blasiis, risulta spesso scomoda per chi non ha i mezzi o le forze per raggiungere il centro storico.

Un problema non da poco che specialmente in aree di periferia, come Fuorigrotta o Bagnoli, si percepisce chiaramente. «I nostri quartieri – afferma l'assessore al welfare della X Municipalità Costanza Boccardi – sono i primi avamposti dell'area flegrea. Territorio ai confini della metropoli ed al centro di due grandi aree. Quella del comune di Napoli e di realtà come quella di Pozzuoli o di Bacoli. E' proprio qui che vediamo concentrate diverse comunità di senza fissa dimora tra baraccopoli ed alloggi di fortuna costruiti sugli scogli, sotto i tunnel o ai margini delle strade. Una serie di storie di uomini e di donne che non hanno alternative ed aiuti per sopravvivere. Ci battiamo da anni per questo ma situazioni come quella dei tunnel laziale e di Piedigrotta sono all'ordine del giorno». 

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Realtà fatte di disperazione e marginalità che costringono i clochard a ripararsi dove possono, in attesa degli aiuti dei volontari della caritas che da tempo si occupano di loro. «Possiamo contare solo su realtà come quelle dei volontari – conclude l'assessore Boccardi – che non fanno mai mancare il loro aiuto. Sono loro che assistono i ragazzi sotto il tunnel di Piedigrotta o nel sottopasso Claudio. Due situazioni al limite della vivibilità che stiamo cercando di risolvere con le nostre forze, così come per l'allarme lanciato nel quartiere di Bagnoli. Ma è comunque difficile. Anche perchè dopo il covid e con chiusura di strutture come quella del San Giovanni Bosco, le richieste sono aumentate. Vanno studiati piani di sorveglianza del territorio e di assistenza ai clochard che possano aiutarci a mappare le aree urbane, per rendere più precisi e tempestivi i nostri interventi».

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