Napoli, il bluff della Floridiana: si entra da via Cimarosa, prati e museo off limits

Napoli, il bluff della Floridiana: si entra da via Cimarosa, prati e museo off limits
di Gennaro Di Biase
Sabato 4 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 21 Marzo, 09:42
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Il taglio del nastro c’è stato, il verde non c’è ancora. Quella di ieri, per la Floridiana, è stata una riapertura senza nuovi prati fruibili. Il polmone verde vomerese (il secondo della città dopo Capodimonte) resta chiuso al 70%, a essere ottimisti. Torna accessibile l’ingresso di via Cimarosa, in sostanza, e torna percorribile il viale che conduce al “pratone”, che attualmente è l’unico spazio verde della Villa non off limits. Poi basta, tutto come prima: transennato. Non sono state ancora fissate date di riapertura per il Museo Duca di Martina, né per l’inizio dei lavori di restyling attesi da anni. Le idee e la buona volontà non mancano però alla nuova direttrice del Polo Museale della Campania, Marta Ragozzino. «Riaprire il cancello era una promessa e l’abbiamo mantenuta - ha detto - Era chiuso da prima del Natale 2019. Riaprire il Museo, purtroppo, per ora non è possibile a causa di carenza di personale. Stiamo pensando a riaperture speciali e temporanee». Buona volontà a parte, restano ancora sospesi nel limbo della burocrazia i 2 milioni promessi l’anno scorso dal ministro Franceschini. Molto nel destino della Floridiana dipende dallo sblocco di questi fondi. 

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«La Floridiana è tornata allo stato in cui si trovava subito prima di Natale», sussurra la Ragozzino al sindaco Luigi de Magistris, presente ieri al taglio del nastro. Una mamma carpisce la frase e ironizza: «Auguri, ma fa caldo per essere Natale». I tre passeggiano nel vialone ripristinato dopo i crolli di due alberi buttati giù dalle bufere invernali, che hanno tenuto chiuso il cancello di via Cimarosa - con l’interludio del Covid - per oltre 7 mesi. Finalmente si entra da via Cimarosa. Appena però si getta un occhio oltre il percorso non transennato, la Villa diventa una giungla di erbacce e prati che rinsecchiscono al sole. Sono accessibili il pratone, un camminamento e la scalinata del Belvedere, gli ingressi da Cimarosa e Falcone. Stop. Perfino sulle fioriere esterne, vuote e tristi, c’è incertezza: «A chiunque spettino aggiustiamole», spiega la Ragozzino a un architetto. Tra perplessità e sollievo, sono più o meno 50 i napoletani ansiosi di ritrovare il parco. Tutti sulle panchine o sullo stesso prato, al centro del quale c’è il grosso tronco dell’albero caduto a dicembre, che potrebbe diventare un’«opera d’arte del riciclo». «Questa inaugurazione non mi convince - dice Amedeo Di Maio, che porta a spasso il cane - Proprio non capisco cosa ci sia da inaugurare. Come mai ci siano voluti 6 mesi e più per riaprire dopo gli alberi caduti? Non si capisce a chi spettino le decisioni: questo è il problema». «Per me la Floridiana è stata bellissima per 40 anni - sospira l’anziana e sorridente Pia Sgambati - Oggi c’è degrado. Era ora che riaprissero il cancello. Al Vomero respiriamo solo veleno, per me è una cosa buona».

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«La Floridiana non è del Comune - commenta il sindaco - Ma ci siamo battuti per la riapertura. Ho incontrato Franceschini a Roma 15 giorni fa e mi ha confermato che i fondi ci sono. Speriamo faccia presto. Siamo disponibili a offrire personale per la vigilanza». I parchi del Vomero sono in difficoltà. Come mai? «La situazione è complicata per mancanza di personale - aggiunge de Magistris - Ma abbiamo fatto investimenti mai visti prima per la piantumazione. A breve inaugureremo il parco di via dell’Erba, in piazza Medaglie d’Oro lavoriamo con un comitato cittadino per sopperire alle carenze di personale del Comune. Il Mascagna è sistemato. Sul Gasometro non prometto nulla, ma stiamo lavorando». «La Floridiana resta chiusa al 70% - osserva il presidente della Municipalità V Paolo De Luca - Ma l’apertura è un segno di speranza». «Se i bandi dei 2 milioni non sono partiti - aggiunge il consigliere comunale Marco Gaudini - la procedura si è bloccata in Sovrintendenza. Dovevano partire a febbraio». «Abbiamo restituito un pezzo di città - spiega il consigliere Mario Coppeto - C’è ancora tanto da fare. La convenzione con il Comune ora è debole, più di anni fa». 
 


«Abbiamo aperto ma serve un intervento molto più importante, e lo sappiamo - ammette la Ragozzino - Su questo siamo al primo step della progettazione. Non abbiamo date per la partenza delle gare. C’è già un primo finanziamento (con fondi nostri) di 500mila euro, ma non è sufficiente a realizzare il grande intervento dovuto. Il resto arriverà, e faremo un’operazione complessiva per risolvere i problemi alla radice. La prima azione sarà la messa in sicurezza delle piante di alto fusto, verificate finora solo in parte. Partiti i lavori, l’idea è allestire cantieri visitabili per arrivare a un processo partecipato, di scelte condivise con la comunità, come al Nord: ci lavoriamo con una società specializzata».
 

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