Galleria Umberto I di Napoli, la denuncia dei commercianti: «Teppisti, rifiuti e clochard, siamo di nuovo ko»

Galleria Umberto I di Napoli, la denuncia dei commercianti: «Teppisti, rifiuti e clochard, siamo di nuovo ko»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 16 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17 Marzo, 18:38
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«Qui è di nuovo terra di nessuno». È il grido che si leva nel video di una commerciante della Galleria Umberto I, che tiene in mano lo smartphone e lo fa girare rapidamente tra gli ingressi dal lato del San Carlo e di via Verdi. L’imprenditrice ha appena abbassato la saracinesca, le ore 20 del 14 marzo sono passate da una manciata di minuti, e purtroppo sembra di assistere nuovamente alle scene di bivacchi, inciviltà e sporcizia andate avanti negli ultimi, lunghissimi anni, nel monumento del Risanamento partenopeo, prima che la campagna di stampa lanciata da questa pagine - contestuale alle opere di Paolo Sorrentino e Alberto Angela ambientate alla Umberto I - ottenesse la scomparsa del degrado nel primo salotto della città. Nessun progresso concreto, al momento, neppure sulla questione della vigilanza notturna. I privati chiedono a prefettura e Camera di Commercio, che tanto si sono spese per il destino della Umberto I, «la convocazione di una nuova riunione». 

Sono le 20 e pochissimi minuti, dicevamo. Lo scenario in Galleria è di totale deregulation. I vigili urbani in presidio diurno (dalle 8 di mattina) hanno appena smontato, e sui marmi dell’Ottocento è già pronto un monopattino - guidato da due ragazzini - pronto a devastare ulteriormente il pavimento storico, in attesa di restauro dal Comune (il progetto è, da circa due mesi, sulle scrivanie dei tecnici della Sovrintendenza). Nuovi dissesti ai lucernai sono all’ordine del giorno, dal lato di Santa Brigida (dal lato del San Carlo sono invece state montate nuove transenne). Non distante dal monopattino, si contano vari letti di fortuna dei clochard, tornati a impossessarsi del monumento.

Ma non è tutto. C’è un altro dato rilevante, che testimonia un’inversione di tendenza rispetto al piano di rilancio: all’interno della Galleria, nei pressi dei ponteggi (sono tanti i condomini privati che stanno procedendo con i restyling delle facciate) le associazioni sono tornate a consegnare i pasti agli homeless (dopo gli appelli arrivati in questo senso anche dal Comune, negli ultimi mesi la consegna dei pasti avveniva altrove). I clochard, di conseguenza, si accalcano di nuovo tra i tubolari. Esattamente come accadeva fino a dicembre 2021, prima dell’operazione-decoro lanciata dal Comune. Nelle ultime settimane, come segnalato dai residenti, sono poi ricominciati i tornei di calcio notturni.

 

Sembra un gioco dell’oca, a tratti, il rilancio della Galleria. Sono tanti i nodi e le trattative arenate. Si aspettano novità sul distretto del Commercio da parte delle associazioni di categoria (Palazzo San Giacomo ha confermato l’interessamento). Ma non solo. Se nei giorni scorsi il Comune ha assicurato che si occuperà dei lavori di restauro dell’arco dal lato di via Toledo, sulla vigilanza notturna non è stato trovato accordo. A che punto è l’iter per la creazione dell’inter-condominio suggerito dal prefetto per aiutare nella complessa gestione della Umberto I? «L’ultima volta che si è parlato dell’inter-condominio è stato nella riunione convocata alla Camera di Commercio - racconta Roberto Limoncelli, amministratore del civico Galleria Umberto I 27 - L’atto costitutivo dell’inter-condominio lo abbiamo ricevuto il 22 febbraio dall’ente camerale. Per me andava benissimo quel documento, si trattava della bozza di un atto costitutivo che prevedeva la creazione di un’associazione no-profit. L’idea era più che buona, e fui io stesso tra gli altri a suggerirla. Il 9 marzo, dall’ente camerale ci è arrivata una nuova pec, in cui ci comunicavano che nessuno degli amministratori aveva risposto alla bozza precedentemente inviata. Ci aspettiamo però che Camera di Commercio o prefettura ci riconvochino per una nuova riunione. Il semplice silenzio non vuol dire contrarietà. Gestire così la Galleria, infatti, è impossibile. La vigilanza privata potrà avvenire solo in un secondo momento rispetto alla formazione di questo inter-condominio». Appunto. «Considerato che la costituzione dell’associazione - si legge nella pec della Camera di Commercio, che intanto ha inviato in prefettura i documenti per l’installazione della videosorveglianza - è una questione privatistica che esula dalle competenze di questa Camera, si ritiene di non dover ulteriormente sollecitare il coinvolgimento dei signori amministratori».

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