Napoli, la sfida anti-degrado dei privati: «Così salviamo gli spazi pubblici»

Così, grazie all'investimento dei privati, sono rifiorite piccole strisce del corpo di Napoli

L'ipogeo dei Cristallini alla Sanità
L'ipogeo dei Cristallini alla Sanità
di Gennaro Di Biase
Giovedì 24 Novembre 2022, 10:00
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Dove prima c'erano degrado, malavita, incuria e solitudine, oggi si trovano sorrisi e studio, cultura e caffè, intrattenimento e pc, indotto e spazi sottratti agli abusivi. Parliamo di certi angoli della città, certe piccole strisce del corpo di Napoli che, grazie all'investimento dei privati, sono rifiorite a nuova vita. La voglia di fare e la voglia di investire, se ben direzionate, innaffiano non solo le tasche di chi fa impresa, ma restituiscono anche decoro e vivibilità al suolo pubblico, aiutando Partenope a diventare quello che è già, almeno in potenza: una metropoli fatta di autenticità e cultura, di bellezza e popolo. Da Forcella a piazza Borsa, dai Cristallini a Melito-Scampia: senza pretendere di esaurirne la lista, ecco alcuni degli esempi del privato che giova al pubblico. 

The Spark

In piazza Borsa, a pochi passi dalle pietre d'inciampo, lo spazio The Spark - una libreria-sala studio in zona universitaria - ha scippato metri e metri di strada «ai parcheggiatori abusivi», racconta Michela Musto, direttrice.

Non è stato semplice resistere al Covid - l'inaugurazione è arrivata il 27 febbraio 2020, a pochi giorni dalla deflagrazione della crisi sanitaria mondiale, ma il risultato oggi è la presenza di studenti, libri e caffè dove prima c'erano abusivi e sporcizia. «Abbiamo riaperto a settembre dell'anno scorso - continua Musto, sorridendo - Abbiamo l'onore di accogliere tanti bambini del quartiere che sfuggono alla strada e vengono qui a leggere. Poi, naturalmente, ci sono professionisti e nomadi digitali che lavorano da noi. Prima del nostro arrivo, nello spazio esterno c'erano tantissimi parcheggiatori abusivi. Abbiamo ottenuto già nel 2020 dal Comune l'autorizzazione per la semi-pedonalizzazione: questo ha reso possibile la realtà di oggi, assieme ai nostri sacrifici e investimenti».

Trianon Viviani

Piazza Vincenzo Calenda, il cippo a Forcella, versava in un degrado cronico da anni. Non è più così, da quasi un mese, da quando cioè l'area del cippo è stata adottata dal Trianon Viviani, in partenariato con l'Altra Napoli e l'associazione dei commercianti A' Forcella. Anche in questo caso, alla base del decoro ritrovato c'è un accordo con il Comune, ma ci sono soprattutto la cura civica e l'investimento dei privati. In collaborazione con il network di associazioni «Wau! - We are Urban», sono state poi risistemate le fioriere e ripiantumato l'ulivo in memoria di Maikol Giuseppe Russo, vittima innocente di camorra. Locali nuovi e nuovo indotto a due passi dalle storiche pizzerie e dal teatro nel ventre di Napoli. Popolo e accoglienza qui camminano mano nella mano. Finalmente.

Il Miracolo

All'angolo tra la bocca di Forcella e via Duomo c'è la pizzeria Il Miracolo in via Vicaria Vecchia. La saracinesca si è alzata proprio mentre Jorit disegnava il murale di San Gennaro, che oggi sorveglia e protegge il locale. A pochi passi, qui, fu uccisa Annalisa Durante e al posto del Miracolo un tempo c'era un negozio di scarpe fatte a mano che chiuse bottega svariati anni fa. «Siamo una trattoria tradizionale napoletana - racconta Ciro Peluso, 21 anni, giovane membro della famiglia dei proprietari, gli Alvigi - Serviamo carbonara, genovese, pasta alla nerano, ragù. E poi la pizza. Quest'angolo di Forcella si è completamente rianimato. C'è stata una piccola rivoluzione in positivo. Accogliamo in media 300-400 clienti al giorno e ci prepariamo al Natale. Puliamo anche la piazzetta San Giorgio ai Mannesi ogni giorno, abbiamo fatto realizzare un murale di Maradona e distribuito le sue maglie in giro per il quartiere». Un piccolo miracolo, di nome e di fatto, che ha zittito la camorra e accolto i turisti.

L'ipogeo 

Passiamo alla Sanità. Precisamente ai Cristallini. Dove prima c'era il deserto, ora c'è una location esclusiva della cultura e del turismo di livello internazionale. L'ipogeo greco del IV secolo avanti Cristo di Gianpiero e Alessandra Martuscelli, che si instaura in una rivitalizzazione del quartiere che meglio ritrae l'anima profonda di Partenope. «L'investimento lo abbiamo fatto negli ultimi 2 anni - spiega Gianpiero Martuscelli - in parte ci hanno aiutato finanziamenti regionali. Quando abbiamo intrapreso l'attività, la zona era già in ripresa grazie a padre Loffredo, Poppella e Ciro Oliva di Concettina ai Tre Santi. E grazie una comunità di artisti che si sono insediati qui. La nostra riapertura ha avuto un'eco mondiale: Le monde, Bbc, Smithsmonian: tutti ne hanno parlato e arrivano visitatori da tutto il pianeta. Abbiamo aperto anche Casa d'Anna, la maison de charme, una struttura ricettiva che si collega all'Ipogeo e non è presente in nessun motore di ricerca».

La Scugnizzeria 

La casa editrice Marotta e Cafiero, l'eco bar sulla circumvallazione di Melito-Scampia. Ultimo, ma per niente ultimo, va citato il caso della Scugnizzeria gestita da Rosario Esposito la Rossa, lo «spacciatore di libri» che ha portato sole, parole, drink ed «Editoria Terrona» nelle zone asfissiate dai clan. A partire dalla prossima primavera, grazie anche al finanziamento di Facile Ristrutturare, di fianco alla Scugnizzeria aprirà anche la Pizzeria dei Matti, un forno-laboratorio per scolaresche e occasione di lavoro per i disabili. Scusate se è poco. Anzi, non lo è affatto. 

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