Napoli: scuola abusiva da abbattere, l'ultima speranza in un dossier del Comune al ministero

Napoli: scuola abusiva da abbattere, l'ultima speranza in un dossier del Comune al ministero
di Paolo Barbuto
Martedì 29 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo agg. 30 Marzo, 07:17
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C’è gran movimento attorno alla scuola di via Rotondella che rischia l’abbattimento perché il Comune l’ha costruita dimenticando di chiedere i permessi paesaggistici. La ditta che dieci anni fa ha sospeso i lavori, e che detiene ancora la responsabilità dell’area, ha fatto eseguire lavori per eliminare la vegetazione che stava invadendo la struttura e adesso sta predisponendo una recinzione per evitare che la scuola possa essere invasa. Si susseguono i sopralluoghi e le verifiche da parte degli addetti comunali ma, soprattutto, è stato realizzato un dossier che Palazzo San Giacomo ha presentato al ministro Franceschini per chiedere un intervento di salvataggio.

La vicenda, lo ricorderete, riguarda una struttura scolastica pensata vent’anni fa per rendere meno difficili le condizioni degli studenti dei Camaldoli.

Quando il progetto venne iniziato, l’area non rientrava ancora nella zona a vincolo, poi nacque il Parco delle Colline e il Comune dimenticò di chiedere il permesso di continuare i lavori. Quando ci si accorse della mancanza era già troppo tardi, i permessi non erano stati richiesti e la scuola, quasi terminata, era diventata ufficialmente un edificio abusivo. Una decina d’anni di palleggiamenti di responsabilità e di timide richieste di chiarimenti non sono serviti a nulla. Qualche mese fa la Soprintendenza ha emesso il verdetto definitivo: la scuola di via Rotondella, allo stato attuale, non ha possibilità di salvataggio e va demolita al più presto.

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La Soprintendenza non ha potuto far altro che applicare le norme. Si tratta di un percorso dal quale non si può uscire, perché di fronte a un abuso mai sanato, in una zona a vincolo paesaggistico, non esiste altra possibilità che l’abbattimento.

L’unica via d’uscita, allo stato attuale, può essere offerta solo dal ministero che potrebbe, in virtù dell’importanza sociale del manufatto, chiedere una deroga speciale per evitare che la scuola, alla quale mancano solo pavimenti e finestre, debba essere demolita. Sarebbe un oltraggio ai bambini della zona che hanno scuole malmesse; sarebbe uno spreco di denaro pubblico, perché per costruirla è stato investito un milione e seicentomila euro e per abbatterla ne occorrerebbero altri 400mila: si getterebbero al vento due milioni.

 

Il sindaco Manfredi fin dal primo giorno ha promesso che avrebbe fatto il possibile per evitare l’abbattimento. L’ipotesi di chiedere un intervento del ministro Franceschini è stata fin da subito considerata quella più fruttuosa, sicché si è immediatamente messa in moto la macchina per realizzare il dossier. Nel palazzo del Comune sono stati accolti il consigliere dell’ottava municipalità Salvatore Passaro e il presidente della Commissione Ambiente, Carlo Migliaccio: entrambi portano avanti la battaglia per la salvezza della scuola, entrambi hanno fornito dettagli e incartamenti utili per presentare la questione al ministero. «Siamo certi che il sindaco Manfredi farà di tutto per evitare l’abbattimento - ha spiegato Passaro - incontrandolo abbiamo capito che l’impegno è massimo e di questo gli siamo profondamente grati». Passaro ha anche preparato un incartamento da presentare alla Commissione comunale che vigila sulle risorse del Pnrr, presieduta da Catello Maresca, per verificare le possibilità di utilizzo di quei fondi per il salvataggio della scuola.

Nel frattempo il sindaco ha anche chiesto a tre assessori di comporre una commissione per studiare ogni dettaglio della scuola e ipotizzare un percorso futuro. Del gruppo fanno parte l’assessore alle infrastrutture Edoardo Cosenza, quello all’urbanistica Laura Lieto e quello all’edilizia scolastica, il vicesindaco Mia Filippone. Saranno loro a studiare la vicenda e a proporre, in ultima analisi, una soluzione per la questione. Sembra che tra le possibilità si preveda anche quella dell’abbattimento con la possibilità di recupero dell’area a verde in favore della cittadinanza. Ma è un’ipotesi remota alla quale nemmeno gi stessi membri del gruppo vogliono ancora pensare.

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