Napoli, la protesta dei bambini: «Non demolite la scuola della Rotondella»

Napoli, la protesta dei bambini: «Non demolite la scuola della Rotondella»
di Paolo Barbuto
Lunedì 7 Febbraio 2022, 23:56 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 16:28
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Matteo e Simone reggono con orgoglio il cartellone che hanno preparato per il giorno in cui parteciperanno alla prima manifestazione della loro vita: una protesta per evitare l’abbattimento della scuola che sta a due passi dalla loro casa. 

La vicenda è quella dell’istituto di via Rotondella ai Camaldoli, realizzato dal Comune e abbandonato poco prima della conclusione dei lavori perché si tratta di un’opera abusiva. La soprintendenza ne chiede l’abbattimento perché il Comune ha dimenticato di chiedere i previsti permessi. I lavori sono fermi da dieci anni ma in questo lunghissimo periodo nessuno ha cercato con vigore una strada per salvare la scuola.

Il solo consigliere municipale Salvatore Passaro ha continuato a combattere finché non si è visto chiuso all’angolo, perché l’abbattimento sembrava inevitabile, e ha lanciato un disperato grido d’allarme.

Da giorni il nostro giornale racconta la vicenda della scuola di via Rotondella, finalmente qualcosa s’è mosso: il sindaco Manfredi e il vicesindaco Filippone hanno annunciato che si impegneranno per evitare la demolizione, assessori e consiglieri regionali hanno iniziato a muoversi per trovare una soluzione congiunta.

Eppure mamme e papà dei Camaldoli sono scettici. Chiedono anche loro da anni una soluzione e si sono sentiti presi in giro, però sanno che questo clamore mediatico può essere l’ultima speranza per salvare la scuola. 

In prima fila per convincere le mamme a fare squadra e a lottare tutte assieme, c’è Sara Musella, volitiva e decisa a portare in piazza la protesta del territorio per costringere chi ha sbagliato a rimediare: «Sto cercando di convincere tutti i genitori dei bambini di questa porzione di Napoli a imprimere una svolta a questa vicenda. Lo dobbiamo ai nostri figli che non meritano lo sfregio di vedere una nuova scuola quasi completata e già destinata alla distruzione. Come facciamo a spiegare loro che un adulto ha sbagliato e così loro non potranno avere quelle aule nuove, affacciate sul verde, bellissime? Ecco, magari proprio chi ha sbagliato dovrebbe venire qui a raccontare a tutti i bimbi dei Camaldoli cosa è successo, scoprirebbe quanto è difficile guardare gli occhi tristi dei bambini e ammettere i propri errori».

Sara sta cercando, pian piano, di coinvolgere tutti. Sa di scontrarsi contro un nemico difficile da battere, la diffidenza: «Io capisco che di fronte a una questione che si trascina da decenni è difficile schierasi e credere di poter vincere. Ci sono tanti genitori che ci considerano dei “donchisciotte” che vanno a una guerra impossibile, però io invito tutti a provarci, così nessuno di noi avrà il rimorso di non aver lottato per il futuro dei figli». 

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È accorata la donna. Parla mentre “combatte” con i compiti dei bambini, si indigna e pensa che tra un po’ cresceranno e non avranno visto la scuola in funzione «o forse sì, potrebbe diventare una scuola media, magari», sorride immaginando i suoi bimbi già cresciuti.

Non c’è ancora una data formale per portare in piazza la protesta, vorrebbero far coincidere la loro manifestazione con il sopralluogo da parte di un assessore o addirittura del sindaco: «Forse saremo solo cinque o sei ma non ci interessa. L’importante sarà riuscire a chiedere il salvataggio della scuola a qualcuno che può riuscire a farlo», nel frattempo si preparano i cartelloni assieme ai bimbi e si cerca di spiegare ai cuccioli che, per ottenere un risultato, bisogna mettersi in gioco. 

Potrebbe esserci proprio nelle prossime ore un sopralluogo da parte del Comune. Dopo che Il Mattino è riuscito a entrare nell’istituto attraverso le campagne circostanti, raccontando, fra l’altro, che un apicoltore s’è insediato con le sue arnie nel giardino posteriore della scuola, Palazzo San Giacomo sta immaginando di predisporre un sistema di protezione dell’istituto per evitare invasioni oppure occupazioni, in attesa di conoscere quale sarà il destino della struttura.

Restano sul tavolo le ipotesi già presentate da sindaco e vicesindaco. Gaetano Manfredi ha spiegato di voler chiedere direttamente ai ministeri competenti quali e quante possibilità ci sono per evitare di giungere al definitivo abbattimento mentre Mia Filippone, di primo acchito, ha detto di volersi confrontare con la soprintendenza nel tentativo di recuperare tutti i dettagli possibili per cercare di risolvere la questione e poi, finalmente, far portare a termine i lavori alla scuola di via Rotondella.

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