Scuola abusiva a Napoli, sopralluogo del vicesindaco Filippone: «Se sarà demolita a rischio le case della zona»

Scuola abusiva a Napoli, sopralluogo del vicesindaco Filippone: «Se sarà demolita a rischio le case della zona»
di Gennaro Di Biase
Sabato 12 Febbraio 2022, 09:00
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C'è persino un misterioso alveare, con tanto di tubo rosso per l'acqua delle api, nei pressi della cava di tufo alle spalle della scuola di via Rotondella, dichiarata abusiva e a rischio abbattimento. Qui, tra ville lussuose e palazzi della campagna camaldolese, è arrivata ieri mattina per un sopralluogo Mia Filippone, vicesindaca con delega all'Istruzione. La salvezza dell'istituto, la cui costruzione iniziò negli anni della Iervolino - prima che i lavori (quasi finiti) fossero interrotti - sta diventando un simbolo della particolare condizione della zona: «La selva di Chiaiano è tutta protetta da vincolo - spiega il consigliere della Municipalità 8 Gennaro Sepe - Quasi ogni casa, qui, compresa la mia, ha una domanda di condono pendente. Solo le costruzioni degli anni '40 sono condonate». In pratica, centinaia di edifici si trovano nelle stesse condizioni della scuola. 

 

Consiglieri regionali e municipali, responsabili dei cantieri, architetti e associazioni hanno accompagnato ieri la Filippone nel cantiere abbandonato della scuola.

Ci può entrare chiunque, dal momento che le reti metalliche sono state tranciate e che - come raccontano i residenti - «negli ultimi anni c'è stato uno sciacallaggio sistematico: dalla scuola hanno rubato rame, pietre, tutto quello che si poteva rivendere». «Questo è un primo passo - dice la vicesindaca - Innanzitutto, però vanno al più presto ripristinate le condizioni di sicurezza del cantiere. Altrimenti rischiamo di ritrovarci davanti un nuovo caso Rayan: qualcuno rischia di farsi male». Detto questo, continua da parte della vicesindaca l'acquisizione dei documenti relativi al pasticcio burocratico che si è generato intorno all'istituto in gran parte costruito e mai entrato in funzione. Nonostante il contenzioso già aperto sulla vicenda e il fascicolo in Procura, si proverà a evitare l'abbattimento - e dunque a scongiurare un incredibile spreco di denaro pubblico - ma la situazione non è di facile risoluzione. Gli stessi tecnici presenti al sopralluogo di ieri hanno spiegato che «in ogni caso andranno fatti dei controlli sulla tenuta del cemento». L'edificio, del resto, sconta anni di abbandono e devastazione. Alcune delle opere già completate andranno di sicuro rifatte: uno spreco di soldi pubblici, in questo senso, è già avvenuto. 

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La questione della scuola riaccende i riflettori sulla situazione dei condoni edilizi ai Camaldoli. «Fui io, assieme a Passaro, a chiedere a Bassolino la realizzazione della scuola - aggiunge Sepe - Oggi faccio mea culpa. Chiedemmo un finanziamento di altri due edifici, che poi per fortuna non sono stati realizzati. Quanto alla scuola, il progetto originale non era questo: doveva essere realizzata una strada di collegamento per i bus di linea, per consentire ai bambini di arrivare quaggiù. Poi la Sovrintendenza negò il permesso a costruirla. È rimasta quest'isola nel deserto, che oggi va terminata». Come scritto dal Mattino nei giorni scorsi, nel 2004 arrivò un finanziamento regionale da 1,6 milioni di euro per la costruzione della scuola, cifra ridotta rispetto a quella prevista da un progetto più ampio, che avrebbe dovuto raggiungere un costo di sei milioni. Ma non è tutto: «Gli edifici della zona sorgono su terreni che hanno gli stessi vincoli rispetto a questo della scuola - prosegue Sepe - Cioè il vincolo paesaggistico e quello idrogeologico. Il condono, attualmente, è valido solo per gli edifici del borgo vecchio dei Camaldoli». Sulla stessa linea l'intervento del consigliere regionale Pasquale Di Fenza: «Questa è una situazione molto delicata - osserva - Va creato un tavolo istituzionale in cui sia coinvolto anche il governo centrale. Credo che solo un condono edilizio possa evitare la demolizione della scuola. L'abbattimento creerebbe un precedente: tutti gli immobili costruiti abusivamente in zona, seppur realizzati prima del 1985 quando non vigeva questo vincolo, oggi si trovano con istanze di condono che non possono essere terminate e restano in un limbo per quanto riguarda il titolo abilitativo». 

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