Napoli, il Parco difende la scuola:
​«Non la faremo abbattere»

Napoli, il Parco difende la scuola: «Non la faremo abbattere»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 9 Febbraio 2022, 08:25 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 07:47
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La nascita dell'Ente Parco delle Colline di Napoli, nel 2005, è stata la causa di tutti i guai della scuola di via Rotondella. Quando venne progettata non esistevano vincoli paesaggistici che sono scaturiti proprio con la creazione di quel Parco. Il Comune non ha pensato di chiedere i permessi per quell'edificio che oggi, su richiesta della Soprintendenza, dovrebbe essere abbattuto.
Eppure proprio negli uffici dell'Ente Parco, dal giorno in cui è deflagrata la questione della scuola già costruita, che dovrà essere abbattuta senza mai aver ospitato un solo alunno, tutti si stanno scervellando per cercare una soluzione.

Francesco Schioppa è il responsabile tecnico dell'Ente Parco Metropolitano delle Colline di Napoli, non riesce a darsi pace per questa vicenda, alterna il lavoro quotidiano fatto di sopralluoghi e verifiche, alla ricerca di documentazione collegata alla struttura di via Rotondella, si confronta con altri tecnici ed esperti in materia, si dispera quando dice: «Non è nelle nostre possibilità concedere permessi in deroga o predisporre atti per il salvataggio della scuola, però siamo a disposizione di chiunque sia in grado di rimediare a questa situazione. È una vicenda kafkiana, non riesco a immaginare che quelle aule siano demolite senza che un bimbo le abbia mai frequentate».

La consultazione della documentazione e il confronto con altri tecnici ed esperti, però, hanno consentito all'architetto Schioppa di immaginare un percorso di salvataggio per la scuola dei Camaldoli: «Il concetto fondamentale è che non si tratta di un abuso ma di una illegittimità.

Cerco di spiegarmi meglio: quella struttura non è stata realizzata in spregio alle norme, non è stata costruita di nascosto in un'area vincolata. I vincoli sono successivi alla progettazione sicché possiamo dire che c'è stata solo una dimenticanza nella documentazione, un errore che, però, non configura la realizzazione di un abuso in area vincolata. Ecco, proprio questo dettaglio potrebbe spostare la questione su un binario diverso, potrebbe consentire di sanare la vicenda perché, lo ripeto, non si tratta di un abuso».



Nei prossimi giorni alla scuola di via Rotondella arriveranno i tecnici del Comune di Napoli, forse ci sarà anche qualche assessore, perché la vicenda viene tenuta in grande considerazione dall'amministrazione comunale e si cercano tutte le soluzioni possibili.

Il sopralluogo servirà ad accertare lo stato di conservazione della struttura dalla quale l'ultimo operaio è andato via dieci anni fa. La scuola è quasi completa, gli impianti (idrico ed elettrico) sono finiti, mancano solo porte e finestre oltre alle ultime rifiniture. Però Palazzo San Giacomo ha bisogno di verificare lo stato di conservazione attuale, di predisporre eventuali modifiche per l'adeguamento alle norme antisismiche, di verificare la tenuta sul fronte idrogeologico, ecco perché c'è bisogno di un sopralluogo.

La verifica sarà necessaria anche per progettare un sistema di protezione della struttura che, attualmente, è di libero accesso attraverso i campi circostanti, tanto che nel giardino posteriore della scuola si è sistemato un apicoltore il quale ha installato arnie e raccolta d'acqua. Insomma, quel luogo dopo anni di abbandono deve essere protetto per evitare intrusioni.
Sull'intera vicenda aleggia lo spettro della domanda che ciascuno si pone: com'è possibile che il Comune abbia dimenticato di chiedere i permessi? «Non è più il momento di cercare colpevoli - sorride l'architetto Schioppa dell'Ente Parco - sarebbe un esercizio sterile, foriero solo di tensioni e polemiche. Questo è il momento di trovare una soluzione e l'Ente Parco è qui, a disposizione di chiunque riesca ad evitare l'abbattimento della scuola».
 

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