Napoli, ripulita la scuola abusiva ai Camaldoli: ipotesi demolizione più lontana

Napoli, ripulita la scuola abusiva ai Camaldoli: ipotesi demolizione più lontana
di Paolo Barbuto
Domenica 20 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 07:23
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Motoseghe e decespugliatori in azione per l’intera giornata di ieri: la scuola di via Rotondella è stata liberata dall’invasione della vegetazione, ha ritrovato spazio e luce ed è, finalmente, ispezionabile senza problemi. La questione, che può sembrare una banale vicenda di giardinaggio estremo, riveste, invece, un’importanza fondamentale per il futuro della scuola. Significa che qualcosa si muove, anche se in via non ufficiale; vuol dire che c’è, alle viste, un’ispezione attenta per verificare la tenuta della struttura dopo dieci anni di abbandono. Significa che c’è tutta la volontà di evitarne l’abbattimento.

La vicenda, ormai è noto, riguarda un istituto scolastico progettato vent’anni fa dal Comune di Napoli che ne ha finanziato la costruzione per 1,6 milioni di euro. Otto anni dopo l’avvio del progetto, quando la scuola era praticamente già realizzata, qualcuno si rese conto di un errore madornale: mancava il permesso paesaggistico, il Comune di Napoli aveva costruito una scuola abusiva. I successivi dieci anni sono stati spesi in stanche riunioni alla ricerca di una soluzione che, nonostante le richieste pressanti e disperate del consigliere municipale Salvatore Passaro, non hanno condotto a nulla. Sicché, di recente, la Soprintendenza non ha potuto far altro che pretendere il rispetto delle norme e chiedere al Comune di abbattere la scuola. Solo una poderosa campagna mediatica lanciata dal Mattino ha riacceso i fari sulla questione che, adesso, è nelle mani del sindaco Manfredi e del ministro Franceschini: non esiste possibilità di derogare alle regola paesaggistiche se non lo permette il ministro, ecco perché il sindaco di Napoli è in strettissimo contatto con Roma.

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Ieri anche a “Mi Manda Raitre” s’è parlato della questione. Ospite Annamaria Palmieri, assessore alla scuola della giunta de Magistris. L’ex assessore ha parlato a lungo dopo aver fatto una premessa: «Si tratta di una situazione ereditata, non sai cosa ti ritrovi, cosa è accaduto...», poi ha precisato che quella dei Camaldoli «non è una scuola ma un “manufatto a destinazione scolastica” perché in realtà la scuola poi non è mai partita». Queste parole hanno acceso lo spirito battagliero di Suor Anna Monia Alfieri, al vertice delle scuole Marcelline italiane e “Ambrogino d’Oro” 2020, la quale ha rintuzzato la Palmieri: «Voglio spiegare ai tanti giovani che ci seguono che i problemi non si risolvono con la medesima logica che li ha creati.

Quando si va a guidare una qualsiasi realtà, pubblica o privata, bisogna evitare lo scaricabarile, si ereditano i successi e gli insuccessi e questi ultimi vanno gestiti comunque». Poi sulla questione del “manufatto scolastico” la suora s’è infiammata: «Appena arrivano i fondi per una scuola la si pensa come scuola viva, la si costruisce come luogo del sapere, della conoscenza, non è un contenitore vuoto che andrò a riempire, quindi va cambiata la logica che sta a monte di certi pensieri». Insomma, ha spiegato a Palmieri una scuola “è scuola” già mentre viene costruita.

 

Nel mezzo dell’intervento dei giardinieri, ieri mattina s’è presentata, con un accompagnatore, l’apicoltrice che ha abusivamente occupato con le arnie il giardino posteriore: «Non ci hanno detto di rimuoverle e non pensiamo di farlo - hanno spiegato parlando a distanza - abbiamo messo lì le arnie per tenerle lontane dalle persone, tanto quella scuola deve essere abbattuta». Insomma, nessuna intenzione di rimuovere l’abuso e una spiegazione logica: quello spazio può essere invaso perché la scuola è destinata alla demolizione. 
Ma non è detta l’ultima parola.
 

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