«Porto di Napoli, Museo del mare nei Magazzini Generali»

La proposta del docente Giordano

I Magazzini Generali
I Magazzini Generali
di Paolo Giordano*
Domenica 14 Gennaio 2024, 10:17
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In occasione di una visita al Porto di Napoli per la verifica dei lavori realizzati al nuovo terminal del Molo Beverello e alla nuova Darsena di Levante il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, ha lanciato un severo anatema contro i Magazzini Generali che, dal suo punto di vista, "vanno abbattuti" in quanto ruderi di "dubbio valore". L'imperativo categorico, non certo di kantiana memoria, utilizzato dal viceministro rassomiglia, infatti, maggiormente ad una severa invettiva da "piccone demolitore" piuttosto che ad un'approfondita riflessione capace di interpretare i reali valori testimoniali espressi dall'imponente edificio portuale.

Progettato nel 1947 da Marcello Canino, preside della Facoltà di Architettura dell'Università di Napoli Federico II dal 1941 al 1952, l'edificio denominato Magazzini Generali Silos e Frigoriferi fu una delle prime opere realizzate dal progettista partenopeo nell'immediato dopoguerra.

I Magazzini Generali furono realizzati nel 1949 ispirandosi, molto probabilmente, all'edificio dei Granili di Ferdinando Fuga realizzato nel 1779 nei pressi del Ponte della Maddalena e purtroppo demolito nel 1953 dal Genio Civile.

I Magazzini Generali si sviluppano su di una pianta rettangolare, caratterizzata dalla presenza di nove pilastri collocati sull'asse longitudinale dell'edificio che sorreggono travi binate, e sono ubicati parallelamente alla banchina del Piliero. Nella prima versione progettuale presentavano uno sviluppo lineare di duecento metri, ovvero il doppio della lunghezza rispetto a quello realizzato, ponendosi idealmente come waterfront architettonico a grande dimensione capace di occupare, quasi per intero, lo sviluppo lineare della banchina. Nella sua estensione originaria di progetto la testata laterale orientale si sarebbe confrontata con il Palazzo dell'Immacolatella ubicato perpendicolarmente ad esso sull'omonimo molo. Nella versione realizzata l'edificio presenta due prospetti di 100 metri prospicienti il mare, quello sud, e la città, quello nord.

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L'edificio è caratterizzato da un piano basamentale rivestito in travertino e da due livelli superiori definiti da ampie aperture sfalsate tra loro su entrambi i livelli. Il primo e secondo livello sono rivestiti in mattoni di cotto laterizio presentando, all'ultimo piano, una sequenza di brise soleil verticali tinteggiati di bianco, chiaro omaggio a quella cultura del modernismo europeo.

Dal punto di vista della spazialità interna va sottolineata la natura ripetitiva del sistema strutturale, basato su di una collocazione assiale dei pilastri portanti che reggono travi in cemento armato di rara potenza espressiva. Una struttura portante che si trasforma in scarno linguaggio di carattere, archeologicamente, industriale. Un inno all'utilitas vitruviana ovvero a quella caratteristica funzionale che, ammantandosi anche di firmitas e venustas ovvero di solidità e bellezza, ne afferma il suo importante valore testimoniale nell'ambito delle architetture a grande dimensione così come quelle sociali concepite da Ferdinando Fuga nel diciottesimo secolo ed alle quali l'edificio si ispira. Non si tratta quindi di "ruderi dal dubbio valore" così come frettolosamente etichettato dal viceministro nella sua visita al porto di Napoli. Tutt'altro. Si discute di un monumento tutelato che conserva ancora, su alcune parti della sua potente struttura in cemento armato interna, i graffiti sbiaditi dell'opera artistica 3_ Lucifero, ovvero la terza tappa di una mostra itinerante di Gian Maria Tosatti intitolata Sette stagioni dello Spirito.

Nel ventre degli ex Magazzini Generali, in corrispondenza del primo e secondo livello, l'artista romano, residente da tempo a Napoli, realizzò, nel 2015, un'opera monumentale, una "doppia basilica" dedicata all'angelo ribelle, una figura reclusa da muri di parole in oro zecchino e sorvegliato a vista dai potenti pilastri in cemento armato che ritmano l'immenso spazio chiaroscurale dei due piani superiori dell'edificio portuale. Gli ex Magazzini Generali rappresentano, seppur qui descritti sinteticamente, tutto questo e fa piacere apprendere dallo stesso Edoardo Rixi che ne parlerà con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano il quale, sicuramente, saprà spiegare al suo interlocutore governativo il valore testimoniale dell'opera di Marcello Canino al fine di un suo auspicabile restauro e riuso quale, ad esempio, prestigiosa sede per un Museo del Mare e della Migrazione, la cui assenza, ad alti livelli, in una città come Napoli è una grave mancanza.

* Professore ordinario
di Restauro, Università
della Campania Luigi Vanvitelli

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