«Che brutto questo scatolone decrepito al centro del porto. Bisogna demolirlo e fare spazio al nuovo. Napoli, la città deve sempre più integrarsi col suo porto. I napoletani devono sentirsi cittadini del porto solo così si realizzerà l’integrazione tra la città e la sua più azienda». Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti guarda dalla soprelevata del nuovo Beverello il palazzone dei Magazzini Generali. «Non importa che è del Canino - incalza - è brutto e fatiscente. Il porto ha bisogno di spazi ampi, di infrastrutture moderne. Perché tenerlo ancora in piedi?». Qualcuno gli fa notare che bisognerà discutere con la Soprintendenza. «Discutiamo con chi volete - sottolinea Rixi - nessuno mi convincerà mai che bisogna considerare monumenti palazzoni nati per contenere le merci».
I rapporti tra il porto e la Soprintendenza sono rimbalzati spesso durante la visita di Rixi al porto di Napoli. I mesi e mesi di ritardo accumulati per il nuovo Beverello; la mancata demolizione di una brutta tettoia di lamiere che copre la nuova scala mobile che porta alla passeggiata della Stazione marittima; il rischio corso per un parere che poteva compromettere anche il finanziamento del Pnrr per il prolungamento della diga foranea; sono tutti argomenti che hanno fatto sbottare Rixi: «Ne parlerò presto con il ministro Sangiuliano; i porti vanno accompagnati non frenati». Scortato dall’ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania, e accompagnato dal presidente dell’Adsp Andrea Annunziata e dal segretario Giuseppe Grimaldi, Rixi ha subito visitato il cantiere del nuovo Beverello e poi, a bordo della motovedetta della Guardia Costiera, ha raggiunto la nuova darsena di levante.
Partiamo dal Beverello. «Finalmente - ha detto Rixi - Napoli dalla prossima estate avrà una stazione marittima accogliente e funzionale. Basta baracche, basta attese sotto il sole o sotto le intemperie». L’intera opera è stata finanziata, in parte, con fondi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (per 14 milioni di euro) e per la restante parte con fondi propri dell’Adsp, per un importo complessivo di 23,2 milioni di euro. Guidato dall’ingegnere Antonio Savarese, Rixi ha voluto visitare ogni angolo del nuovo Beverello e passeggiare sul nuovo lungomare: «Ecco, Napoli ha bisogno di guardare il suo mare più da vicino. È così che la città si integra col porto».
Di spazi conquistati a mare il porto di Napoli se ne intende. La nuova darsena di levante con la sua banchina lunga 630 metri è sicuramente un risultato. Ci sono voluti trent’anni, milioni e milioni di euro (185 per ora), sprechi, inchieste, errori, ma alla fine questa infrastruttura potrebbe segnare la svolta per il porto. Potrebbe, sì. Perché come è stato spiegato bisogna ancora colmare una megavasca a levante con la sabbia del secondo lotto degli escavi, e tombare la darsena di Vigliena dove il nuovo piano regolatore portuale localizza la darsena petroli. Il resto è pronto da tempo e il viceministro lo guarda sbalordito dal fatto che il nuovo mega deposito di contenitori, da ben 35 ettari, è completamente rivestito da erbacce. «Bisogna al più presto far lavorare questo terminal. Il progetto generale è stato suddiviso in due fasi: nella prima vasca di colmata e primo lotto escavi. Ora manca la seconda, a cui il team di Annunziata sta lavorando, con opere già finanziate per 87 milioni di euro».