Napoli, il prefetto di Bari e il caso Plebiscito: «Cantiere al Colonnato, poi lo sprint sui locali»

Il prefetto, il 21 marzo, ha convocato una riunione apposita al Palazzo di governo

Napoli, caso Piazza Plebiscito, il Prefetto «Cantiere al Colonnato, poi lo sprint sui locali»
Napoli, caso Piazza Plebiscito, il Prefetto «Cantiere al Colonnato, poi lo sprint sui locali»
di Gennaro Di Biase
Domenica 17 Marzo 2024, 23:41 - Ultimo agg. 19 Marzo, 07:35
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C’è un piano per il Plebiscito: la svolta arriverà giovedì. I lavori al colonnato partiranno entro «pochi mesi», e «saranno veloci». Poi si passerà alla fase due, che riguarda «le assegnazioni dei locali». A parlare è il prefetto di Napoli, Michele di Bari. L’importanza della piazza è così grande che la sua rigenerazione, finora, si è complicata. Sono tanti gli enti coinvolti nella gestione della zona più famosa della città, e questa convivenza ha in tanti casi rallentato le operazioni funzionali a sottrarre al degrado, alle scritte vandaliche, alle partitelle di calcetto e ai clochard il portico della Basilica di San Francesco di Paola.

In questo scenario, di Bari, il 21 marzo, ha convocato una riunione apposita al Palazzo di governo: al tavolo siederanno il Demanio, il Comune, il Fondo Edifici di Culto e la Sovrintendenza. In buona sostanza, il prefetto chiederà al Demanio di «accelerare sulla partenza dei lavori». I nodi da sciogliere, infatti, sono due: il primo riguarda proprio la partenza del cantiere per il rifacimento della facciata.

Ed è propedeutico alla soluzione del secondo tema: l’assegnazione dei locali che insistono sotto al portico, da troppi anni finiti in disuso (salvo due eccezioni, un artigiano e un bar).

L’elemento cardine della riunione di giovedì riguarda, non a caso, il cronoprogramma dei lavori. A fornirlo dovrà essere il Demanio, che è stato già contattato dal prefetto a riguardo. Anche qui, va sottolineato che il restyling della facciata dovrà essere coordinato con Palazzo San Giacomo, cui spetta il compito di occuparsi della nuova illuminazione del colonnato. Non solo rigenerazione strutturale, però. Queste operazioni, naturalmente, sono propedeutiche alla riqualificazione socio-economica del portico. Una volta smantellati i cantieri, infatti, la seconda fase del piano per il Plebiscito riguarderà la rianimazione dei locali, dove - nei piani delle istituzioni coinvolte - sorgeranno una serie di attività artigiane e commerciali che cambieranno i connotati dell’area.

«Per affrontare il tema dell’assegnazione - specifica il prefetto di Bari - stiamo studiando tutti i particolari, che riguardano sia l’aspetto complessivo dei lavori, con il Demanio. Sia la fruibilità di quei locali. Questa ulteriore questione dobbiamo iniziare a trattarla a parte con il Comune, per accelerare le cose». Torniamo però alla fase uno, più imminente, che sarà l'oggetto principale dell’incontro che avrà luogo tra 4 giorni: «La cosa più importante, adesso, riguarda il restyling della facciata - aggiunge di Bari - Questo sarà l’argomento della riunione del 21. Bisogna velocizzare questi lavori. Ho invitato il Demanio ad accelerare al massimo sulla partenza. Nella prossima riunione avremo il cronoprogramma».

Come riportato su queste pagine, nelle ultime settimane è apparso un nuovo cantiere al Plebiscito, ma si tratta del deposito per i materiali per il rifacimento dei marciapiedi e dell’asfalto di via Gennaro Serra. Il colonnato, invece, annaspa ancora tra scritte, degrado e desertificazione commerciale. Resistono due attività, per il resto c’è il vuoto. L’obiettivo finale del piano per il Plebiscito è proprio quello di rianimare il portico, sviluppando indotto e vivibilità. «Con gli immobili del Fec siamo a posto con le documentazioni e pronti a partire - conclude il prefetto - fatto per cui si dovrà naturalmente tener conto di chi è già dentro». Il riferimento di di Bari è rivolto al bando del 2017, successivo al protocollo tra Comune, Curia, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Sovrintendenza, Agenzia del Demanio e Fec. Furono stabilite concessioni rinnovabili per 6 anni. Ma il Covid e altre difficoltà bloccarono le apertura. All’epoca, furono assegnati a Gran Caffè Marika, Pastificio Altamura, Associazione artistico-culturale Terramiart, Pastamore e Chiatamone, all’artista Maurizio Riccio con un’esposizione di arte presepiale. 

 

E poi c’è la Gesco - subentrata in graduatoria a uno degli assegnatari - che ha fatto i lavori negli ex locali della libreria Treves. Nei piani, qui, dovrebbe aprire “Il Poggio di Leopardi”, un ristorante letterario ispirato al grande umanista del romanticismo. E nell’Ipogeo, in capo al Comune, dovrebbe sorgere un museo. Nei mesi scorsi, dall’entourage di De Laurentiis filtrò l’interesse ad aprire un punto vendita ufficiale degli azzurri al Plebiscito. Se tutto stavolta dovesse andare liscio, entro fine anno potrebbero essere ultimati i lavori. Dopodiché, finalmente, si passerà alla fase 2 del piano: quello della rigenerazione socio-economica del colonnato. Sarebbe un colpo decisivo nell’ottica dell’innalzamento della qualità dell’accoglienza.

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