Fascione: «Sull’innovazione
puntiamo l’asso-giovani»

Fascione: «Sull’innovazione puntiamo l’asso-giovani»
di Sergio Governale
Giovedì 9 Febbraio 2017, 10:42
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La Regione Campania, prima in Italia, dà vita a una strategia integrata per l’innovazione e la competitività del territorio. Come? «Con strumenti nuovi che sostengono tutti gli attori coinvolti nella filiera: da chi ha una semplice, concreta idea imprenditoriale alle piccole e medie imprese, ponendosi anche in veste di intermediario tra le grandi aziende che richiedono soluzioni innovative e chi è in grado di realizzarle, come spin off universitari, giovani ricercatori e start up». Valeria Fascione, assessore regionale a Start up, Innovazione e Internazionalizzazione, spiega il funzionamento della «Strategia di specializzazione intelligente» varata dalla Giunta regionale presieduta da Vincenzo De Luca, che prevede lo stanziamento di 78 milioni di euro. L’assessore parla nel giorno della Startup Europe Week Campania, svoltasi ieri a Villa Pignatelli nell’ambito della settimana europea delle start up.
 


Cosa è emerso dalla giornata napoletana? Ha avuto un taglio concreto?
«Sì, soprattutto nella sessione pomeridiana. Nella mattinata abbiamo ascoltato la storia di alcune start up che hanno avuto successo e, come Regione, abbiamo ricordato le cose già fatte e ancora in itinere, come i bandi per i professionisti ed Erasmus startup, che finanzia i giovani che vanno a formarsi all’estero in attesa di lanciare la propria attività. Dopodiché abbiamo illustrato quelle appena deliberate e la nostra scommessa alle grandi imprese: la piattaforma di open innovation».
In cosa consiste?
«Abbiamo chiesto ai partecipanti – ovvero ai vertici, tra gli altri, di Cisco, Ericsson, Sistema Moda Italia e Stmicroelectronics e ai responsabili ricerca di Fiat e Fincantieri – di cosa hanno bisogno in termini di soluzioni innovative, ponendoci in qualità di intermediari. Noi cercheremo infatti chi sul territorio ha le competenze per realizzarle o crearle ex novo, come ad esempio seggiolini per auto di nuova generazione. Così diventeremo più competitivi e attrattivi nei confronti dei colossi internazionali e creeremo più occupazione stabile e qualificata per il nostro futuro, nell’ottica della manifattura 4.0 in cui siamo stati pionieri con il varo della relativa legge regionale».
Queste imprese si sono già dette interessate alla piattaforma?
«Sì, tutte. Abbiamo lavorato un anno in silenzio. Posso dire che le abbiamo già ingaggiate, anche se non hanno ancora formalizzato la propria adesione. Si tratta di una vera e propria rivoluzione. Nessuno mai ha detto: Care imprese, quali sono le vostre esigenze di innovazione? Siamo noi ad andare per conto loro sul mercato trovando le soluzioni o brevettandole, facendo lavorare su queste i giovani. Non lavoriamo più sull’offerta di innovazione, come fatto finora, ma sulla domanda di mercato innovativo. Ma l’open innovation è solo un pezzo della nostra strategia».
Quali sono gli altri pezzi?
«Abbiamo dato vita a cinque bandi, di cui, appunto, quello sull’open innovation, denominato Alleanza per l’innovazione. Il primo degli altri quattro si chiama “Studi di fattibilità” ed è finalizzato a esplorare la fattibilità e il potenziale commerciale di idee innovative. Poi c’è “Progetti di trasferimento tecnologico e prima industrializzazione” per dare una spinta ai brevetti ancora non arrivati sul mercato, “Investimenti per la realizzazione dei processi di innovazione derivanti da attività di ricerca e sviluppo” col collega alle Attività produttive Lepore e, infine, “Supporto allo sviluppo di spinoff e startup innovative”. Quest’ultimo, che mi riguarda in prima persona, mira a sostenere la creazione e il consolidamento di start up innovative e di spin-off della ricerca. La dotazione finanziaria varia».
Ovvero?
«Per i primi tre bandi, rivolti alle Pmi, abbiamo stanziato 50 milioni, mentre per start up e open innovation i restanti 28».
Come funzionano?
«Prendiamo il bando sulle start up.
Sosteniamo gli acquisti di macchinari, brevetti, esigenze di comunicazione, spese di gestione e personale. Finanziamo tutto al 60% a fondo perduto, Il 40% lo mettono i giovani. Abbiamo voluto dare un segnale forte: “Vogliamo investire più di te, però devi realizzare l’idea imprenditoriale in dodici mesi, perché l’innovazione è veloce e, se c’è business, deve partire subito”. La valutazione sarà rigorosa. È il segnale che la giunta De Luca vuole valorizzare il capitale umano, dando fiducia ai giovani».

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