Movida a Napoli nel sangue: accoltellata ragazza di 23 anni

Indagini sul movente del ferimento

Un'auto della polizia
Un'auto della polizia
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 2 Ottobre 2023, 22:50 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 07:21
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Notte di sangue, paura, tensione. E coltelli. Notte di musica ad alto volume e di regolamenti di conti, di litigi per uno sguardo o per una «tarantella» passata ma non dimenticata. Come a Coroglio, all’esterno di alcuni locali accorsati del by night cittadino: è qui che è stata consumata un’aggressione ai danni di una ragazza di 23 anni, ferita a colpi di coltellate, probabilmente nel corso di una rapina della collanina. Ha subìto diverse pugnalate all’altezza dell’addome, mentre era all’esterno di una discoteca. Fendenti sferrati per uccidere, colpi che solo per caso non hanno provocato conseguenze drammatiche. Fatto sta che la vittima ha provato a indietreggiare, a coprirsi la pancia con le mani, mentre il suo corpo è stato ricoperto di sangue. Poi la corsa in ospedale, dove è stata dimessa nella giornata di ieri. Fortunatamente per lei, le ferite non erano profonde, non sono stati intaccati organi vitali. Fatto sta che la donna è stata dimessa, ha potuto fare così ritorno a casa, in uno scenario investigativo ancora per molti versi nebuloso.

A cominciare dalle poche e scarne dichiarazioni rese dalla vittima. Non è chiaro infatti chi abbia sferrato quei colpi. A leggere la sintesi della testimonianza resa dalla donna, si comprende che la donna ha offerto - almeno sulle prime - pochi particolari: «Una lite, c’erano più persone davanti a me, ma io non c’entro niente... mi hanno colpita per errore». Uno scenario in cui si conferma un dato su tutti. La straordinaria diffusione di armi sul territorio, spesso anche nelle ore che dovrebbero essere destinate al relax e al tempo libero. Coltelli e pistole, nei pressi di discoteche e locali tra i più gettonati nella nostra movida.

Un fenomeno in crescita che conferma la gravità dello scenario metropolitano. È ovvio che nessuno, tra gli inquirenti, crede alla storia dell’errore di persona. La versione resa dalla 23enne non regge ed è certo che ci sia stato una volontà di aggredire e ferire - quella ragazza all’esterno dei night di Coroglio. 

Stando a quanto sta emergendo dalle indagini, sembra che a scatenare l’aggressione sarebbe stato un litigio per una collanina scippata all’esterno di una discoteca. La donna ferita avrebbe tentato di difendere il monile, dando seguito a un parapiglia al termine del quale avrebbe avuto la peggio.

Indagini su gruppi di giovani, su un possibile litigio tra comitive di ragazzi e ragazze. Ma la nottata napoletana ha fatto registrare anche altri episodi di cronaca, come gli allarmi suscitati in via Pessina, per una lite tra bande di clochard. Anche in questo caso, l’allarme è stato lanciato da alcuni passanti, quando la situazione sembrava degenerare. Botte tra sbandati, bottiglie spaccate, armi improprie, come le lame di un coltellaccio che spunta all’improvviso. Fortunatamente nessuna conseguenza grave. Uno scenario che ha spinto gli inquirenti a incentivare controlli random, specie tra i più giovani.

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Nelle ultime settimane, sono stati notati - all’esterno delle stazioni delle metropolitane del centro cittadino - carabinieri muniti di metal detector. Una iniziativa sperimentale finalizzata a garantire l’auspicato effetto deterrenza, magari scoraggiando a intascare armi di fronte alla possibilità di essere multati e segnalati alle autorità giudiziarie. Un aspetto, quello della deterrenza, che non è secondario, quando parliamo di armi, come appare evidente anche dal dibattito inaugurato alla fine della scorsa estate, dopo i fatti di Caivano. Ricordate cosa è accaduto il 31 agosto? Omicidio di Giovanbattista Cutolo per mano di un minorenne, la premier Meloni è a Caivano a discutere di violenza minorile, i magistrati napoletani si fanno avanti e chiedono al premier un pacchetto di leggi in grado di rendere meno spuntata l’azione della magistratura e più efficace il controllo dell’ordine pubblico. Ne nasce un tavolo, con un pacchetto di norme che entrano nel cosiddetto decreto Caivano, proprio per garantire risposte immediate per arginare la circolazione di armi tra i più giovani. Si parte da un principio di fondo, quello che consente a polizia e carabinieri di condurre in commissariato o in caserma chi va in giro armato, primo passo per evitare episodi come quelli accaduti la scorsa notte all’esterno dei localini di Coroglio.

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