A figlia d'o Marenaro, ressa per la zuppa di cozze: «Assalto incontenibile, chiediamo scusa per i disagi arrecati»

A figlia d'o Marenaro, ressa per la zuppa di cozze: «Assalto incontenibile, chiediamo scusa per i disagi arrecati»
di Gennaro Di Biase
Sabato 3 Aprile 2021, 09:33 - Ultimo agg. 18:27
3 Minuti di Lettura

Restrizioni e tradizioni, divieti e stanchezza, sfida al Covid e voglia di ritorno alla normalità dopo più di un anno suonato di pandemia: questo il quadro contraddittorio della Pasqua 2021 in città e non solo. Così si spiegano, almeno in parte, i fatti di via Foria dell'altra sera. Assunta Pacifico, titolare del ristorante A figlia d'o Marenaro celebre in tutta Napoli, non si sottrae al confronto e parla del maxi-assembramento per la zuppa di cozze che si è registrato davanti al suo locale nel giovedì Santo. Tra asporto e delivery, centinaia di napoletani sono stati sorpresi in coda all'esterno del locale per il piatto tipico della settimana pre-pasquale e, avvicinandosi l'orario del coprifuoco, molti di loro si sono ribellati al rientro a casa a mani vuote. Insomma, si è generato il caos, ed è stato necessario l'intervento dei vigili urbani sul posto alle 23 come confermato dal Comando della Polizia Municipale - e cioè un'ora e passa oltre la scadenza del coprifuoco anti-virus. Il ristorante non è stato chiuso dalle forze dell'ordine, ma è arrivata una «sanzione». 

Video

I disordini dell'altra sera non sono passati inosservati, con centinaia di napoletani in attesa della zuppa di cozze del giovedì Santo. Come sono andate le cose in quei momenti concitati?
«Come da un anno a questa parte, ci siamo attrezzati e organizzati per lavorare a norma.

La situazione di disagio creatasi giovedì sera è nata da una serie di stati d'animo e vicende concatenate. Semplicemente c'è stato un sold-out di richieste d'asporto: c'erano persone in fila che dovevano avere la cena e, scattato l'orario di fine asporto, c'era chi non voleva tornare a casa senza zuppa di cozze».

Come mai si sono verificate scene simili? Secondo lei incide anche il fatto che la gente si sia stancata di vivere sotto regime di restrizioni?
«Siamo tutti stanchi delle restrizioni. Il Giovedì Santo è sacro per tutti noi, ma soprattutto è forte il desiderio di normalità. C'è un'aria di tensione generale che in certe situazioni emerge più facilmente».

La chiusura è stata scongiurata? Cosa le hanno detto in caserma?
«Le forze dell'ordine ci hanno sanzionato per i fatti dell'altra sera. Siamo davvero molto rammaricati per il disagio: ci scusiamo con tutti. Durante il colloquio di ieri mattina in caserma abbiamo fatto ordine sull'andamento dei fatti. Ognuno l'altra sera svolgeva il suo lavoro nel miglior modo possibile».

Avete preso contromisure per evitare che situazioni analoghe si ripetano, nell'imminente futuro, finché dura la pandemia e in un periodo delicato come questo?
«Non esistono misure per contenere i sentimenti e le emozioni delle persone. Quello che possiamo fare è continuare a fare al meglio il nostro lavoro e, come sempre, continuare col nostro modo di operare nel pieno rispetto delle norme poste dalle istituzioni». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA