Duello mortale ad Acerra, il 17enne confessa: «Mascherati e armati per la vendetta»

Duello mortale ad Acerra, il 17enne confessa: «Mascherati e armati per la vendetta»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 6 Maggio 2022, 00:03 - Ultimo agg. 7 Maggio, 07:48
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Lo scotch per coprire la targa, le maschere di anonymus, la ronda in strada. L’arma, quella che va usata prima degli altri, la guerra che deve finire con i morti ammazzati. Notte di sangue e paura ad Acerra, frontiera dell’ennesima emergenza criminale che si è abbattuta sull’area metropolitana. Due omicidi, una stesa, agguati incrociati nella strada principale del comune vesuviano, che vengono ricostruiti da un testimone di eccezione: a raccontare - e confessare - cosa è accaduto il 29 aprile scorso, è stato un ragazzino di 17 anni. Si chiama P.C. ed è complice di uno dei due ragazzi che si sono uccisi a vicenda. È stato fermato da un blitz coordinato dalla Procura dei minori, il suo racconto è stato dichiarato credibile da parte del gip. Resta in cella per omicidio volontario, in uno scenario criminale che in queste ore viene ricostruito anche grazie alle indagini del pm anticamorra Giuseppe Visone, che punta a colpire piazze di spaccio e canali di riciclaggio. Ma torniamo al racconto del ragazzino, alla sua confessione di una notte come tante, in apnea, ma anche con volontà dei due duellanti di vendicare chissà quale torto subito, nella interminabile gestione della droga alle porte di Napoli.

Ma in cosa consiste il racconto del 17enne? «Le cose andarono in questo modo», inizia a spiegare P.C., amico e spalla di Pasquale Di Balsamo, killer di Vincenzo Tortora, ma rimasto ferito a morte proprio dalla sua vittima. Come andarono le cose? «Tutto ha inizio con la ronda in via della Resistenza, la strada principale della città. I due duellanti si odiavano, in uno scenario segnato sempre e comunque dalla gestione della droga. È il 17enne a confermare di aver subìto poche ore prima una provocazione da parte di Tortora. Cosa era accaduto? Come in un flipper, Tortora aveva incrociato il ragazzino e - conoscendo il suo legame di amicizia con Di Balsamo, non ha alcuna esitazione. Tira fuori la pistola e gliela mostra. Un segnale di intimidazione, un chiaro gesto di minaccia. A questo punto P.C. decide di tornare nelle retrovie, di avvisare l’amico dell’affronto subìto e di preparare la vendetta. Che - secondo la Procura dei minori - doveva concludersi con l’omicidio di Tortora. Omicidio volontario aggravato dal fine mafioso (anche se ol gip non ha convalidato la pista mafiosa), un agguato che viene ricostruito oggi da un soggetto che ha rischiato di finire ammazzato. Ma sentiamo il racconto messo agli atti: «Abbiamo preso il nastro isolante per coprire la targa dello scooter usato. Poi, l’arma e le maschere di carnevale al viso».

Già le maschere. Oggi si scopre che erano quattro le maschere usate quella notte, un numero che pone quanto meno una domanda: c’erano altri potenziali killer in circolazione? I due vendicatori mascherati erano scortati da due complici? Indagini in corso, mentre conviene restare sul racconto messo agli atti da parte del ragazzino: «Sospettavamo che il Tortora ci volesse sparare. Per questo abbiamo deciso di armarci, mascherarci e andare in giro per incontrarlo». 

 

Nessun dubbio da parte del Gip, si tratta di una organizzazione premeditata del delitto. Ma cosa è accaduto quando i due acerrimi rivali si sono incrociati? Eccoli in sella alla loro moto. Dall’altra parte, in una Lancia Y c’è Tortora assieme a un altro minorenne e a un cittadino albanese. Un battibecco e le armi. Tortora estrae per primo la pistola, spara contro lo scooter che trasporta sul sedile posteriore Di Balzamo, che viene colpito ma fa in tempo a prendere la mira e a uccidere il suo assassino. Una scena che viene in parte immortalata dalle telecamere di sorveglianza di un negozio, ma che si consuma sotto gli occhi di decine di potenziali testimoni. E c’è un altro episodio su cui sono in corso le verifiche dell’arma dei carabinieri, che rimanda a quanto avvenuto pochi minuti dopo l’agguato incrociato. In città si sparge la notizia della morte di Tortora, non è ancora chiaro chi abbia iniziato per prima. Inevitabile il sequel di violenza, con la decisione da parte di un gruppetto di killer in erba di andare a consumare una stesa sotto casa di Di Balsamo. Un altro episodio nella notte di Acerra, quella dei ragazzini armati, mascherati e pronti ad uccidere. 

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