Lo strazio della madre di Alessandra, morta dopo la lite col fidanzato: «Che ingiustizia, ha ucciso mia figlia e sta a casa sua»

Lo strazio della madre di Alessandra, morta dopo la lite col fidanzato: «Che ingiustizia, ha ucciso mia figlia e sta a casa sua»
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 21 Settembre 2017, 10:22 - Ultimo agg. 11:22
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«Mia figlia non c'è più ma lui, nonostante un'accusa di omicidio volontario, può stare a casa, circondato dai familiari e dagli amici. È così ingiusto, così insensato». Èdistrutta dal dolore Olimpia Cacace, la madre di Alessandra Madonna, 24 anni, la ballerina di Melito travolta e uccisa il 9 settembre dall'auto dell'ex fidanzato a Mugnano. 
 


Giuseppe Varriale merita il carcere? 
«C'è un'accusa di omicidio volontario e, da ciò che è emerso finora, appare evidente che non si è trattato di un incidente. Alessandra è arrivata in ospedale con un gravissimo trauma cranico, uno schiacciamento toracico, la pressione a 40, un infarto in corso. Non ci sono segni di ferite alle gambe. Non ho alcun dubbio: Giuseppe l'ha fatto di proposito e sono certa che le nostre ipotesi saranno confermate dalle perizie tecniche e dal risultato dell'autopsia. Alessandra è stata sicuramente investita e io voglio giustizia per mia figlia». 

Perché Alessandra, anziché rientrare a casa, quella notte ha aspettato Giuseppe sotto casa? 
«Non so cosa sia realmente accaduto, non credo l'abbia seguito. Alessandra ormai non pensava più Giuseppe. Si era ripresa alla grande dalla separazione. Ad agosto era stata con gli amici a Cuba e in Grecia. Era rinata e, rientrata da quei viaggi, mi aveva confessato di stare benissimo. Era lui, Giuseppe, a darle ancora il tormento, soprattutto quando la vedeva felice o corteggiata da altri ragazzi. Lui riusciva a plagiarla, era questa la cosa che maggiormente mi spaventava». 

Qual era il rapporto tra Alessandra e Giuseppe negli ultimi tempi? 
«Erano entrati in crisi dopo un periodo di convivenza prima a Roma e poi a Mugnano, dove avevano preso anche una casa. Il rapporto si è deteriorato durante quel periodo. Lei non era felice, quando era con Giuseppe si trasformava: era come se si spegnesse. Giuseppe non era il ragazzo giusto per lei». 

C'è chi ha ha descritto Giuseppe come un ragazzo violento. Lei ne era a conoscenza? 
«In mia presenza non è mai accaduto nulla, ma ho saputo, da persone molto vicine a mia figlia, che in più di un'occasione Alessandra è stata vittima di violenze fisiche. Io e il mio ex marito, a quel punto, abbiamo contattato Giuseppe e anche suo padre. Gli dissi di stare alla larga da mia figlia, di tenersi ad almeno 20 chilometri da lei. All'inizio della loro relazione, Giuseppe mi era sembrato un bravo ragazzo. Poi, conoscendolo, ho avuto la sensazione che avesse qualche problema relazionale, una sorta di atteggiamento bipolare». 

Subito dopo la morte di sua figlia lei ha tentato il suicidio.
«Di questo non voglio più parlare».

Dove trova la forza per andare avanti? 
«Sono abituata a combattere e combatterò fino a quando non avrò giustizia.
Non sarà facile, perché con Ale c'era un rapporto di profonda sintonia. Negli ultimi tempi si era avvicinata al mondo del volontariato, dei bambini affetti da malattie oncologiche. Condividevamo lo stesso impegno per il sociale: anche io, infatti, sono una volontaria. La prossima settimana accompagnerò i bambini malati in viaggio, a Barcellona e poi a Lourdes. Non ho perso la voglia di aiutare il prossimo».

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