Alta velocità Napoli-Bari, protestano
i lavoratori: pagamenti in ritardo

Alta velocità Napoli-Bari, protestano i lavoratori: pagamenti in ritardo
Mercoledì 18 Dicembre 2019, 12:26
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Giornata di mobilitazione per alcune decine di lavoratori in servizio al cantiere dell'alta velocità Napoli-Bari, nel tratto Cancello-Frasso Telesino, che sono riuniti in assemblea permanente per protestare contro i ritardi nel pagamento dello stipendio di novembre. Si tratta di lavoratori di società subappaltatrici impegnati nei mini-cantieri disseminati tra il Casertano e il Beneventano, in particolare di circa quaranta dipendenti dell'azienda calabrese Absing, che effettua lavori di carpenteria, che oggi si sono fermati, mentre altri 25 della società Idrogeo, impegnati nelle opere nella galleria ferroviaria, che pure avanzano una mensilità, stanno regolarmente lavorando. Sul posto i rappresentanti degli operai, Irene Velotti, segretaria casertana degli edili della Cgil (Fillea), e Alfonso Persone, segretario della Filca-Cisl di Caserta. «Proprio oggi - spiega la Velotti - l'Absing ha comunicato che entro il 20 dicembre pagherà lo stipendio arretrato o provvederà comunque a versare un acconto di 1000 euro.

A noi però non basta, visto che ogni mese arrivano ritardi e l'azienda, in un tavolo tenuto appena un mese e mezzo fa, aveva assunto l'impegno di rispettare le scadenze».
La sindacalista denuncia le «non positive condizioni di lavoro in cui sono costretti a lavorare i dipendenti delle aziende subappaltatrici» e anche il fatto che «la maggior parte degli addetti è inquadrato al più basso livello contrattuale, con salari ovviamente bassi, nonostante si tratti di operai specializzati». «I lavoratori non hanno gli spogliatoi - dice la Belotti - e c'è un solo bagno per decine di addetti. Dieci giorni fa avevamo chiesto alla prefettura di Caserta un incontro urgente per parlare di queste situazioni, ma non ci hanno ancora convocati». Il lavoratore Gennaro Martino chiede di far presto. «Non possono farci passare il Natale senza soldi. Abbiamo lavorato, non lo meritiamo».
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