Area Pip, vince il Comune di Marano: «Niente canoni ai Cesaro»

Area Pip, vince il Comune di Marano: «Niente canoni ai Cesaro»
di Ferdinando Bocchetti
Venerdì 16 Luglio 2021, 13:44
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Area Pip, accolto il ricorso del Comune. I giudici della seconda sezione civile del tribunale Napoli nord hanno scritto la parola fine su una querelle giudiziaria che si trascinava da oltre un anno, stabilendo che l'ente comunale - difeso in giudizio dall'avvocato Raffaele Manfrellotti - era legittimato a rescindere la convenzione stipulata una quindicina di anni fa con la Iniziative industriali di Sant'Antimo, società di scopo della famiglia Cesaro, che si era aggiudicata a suo tempo l'appalto per la realizzazione dei capannoni nel complesso di via Migliaccio.

Di conseguenza, sempre secondo quanto stabilito dai giudici, sono legittimi anche gli atti successivi adottati dal municipio maranese, che aveva intimato ai concessionari degli stand di versare il canone mensile di locazione al Comune e non più alla società dei fratelli Cesaro, da qualche anno in regime di amministrazione giudiziaria.

Erano stati proprio i curatori nominati a suo tempo dall'autorità giudiziaria a contestare e impugnare i provvedimenti dell'ente cittadino, da qualche settimana commissariato per mafia. Ne consegue che gli operatori dell'area Pip, una ventina in totale, d'ora in avanti dovranno versare il dovuto esclusivamente al Comune di Marano. Cifre considerevoli, all'incirca 360 mila euro l'anno, a cui potrebbero aggiungersi le somme derivanti dai periodi pregressi.

La revoca unilaterale della convenzione fu ratificata dall'ente maranese nell'ottobre di tre anni fa. L'allora dirigente dell'area tecnica, l'ingegnere Pasquale di Pace, motivò il provvedimento sulla scorta di una serie di inadempienze contrattuali rilevate. Il complesso industriale è stato al centro di un'importante inchiesta della Procura di Napoli, poi sfociata in un processo penale tuttora in corso di svolgimento presso il tribunale Napoli nord.
I tecnici comunali, ma anche i periti nominati dalla Procura, ravvisarono diverse anomalie nelle realizzazione dei sottoservizi e delle infrastrutture del Pip. Marano si decise pertanto a rescindere il contratto con i privati, non potendo la Iniziative industriali garantire l'Ente mediante una fideiussione.

I curatori giudiziari, che nel frattempo erano subentrati ai Cesaro (imputati nel processo penale), decisero di impugnare gli atti amministrativi, prima con un ricorso al Tar (dichiarato non ammissibile) e poi con un ricorso in sede civile.

Il primo round, che si tenne nei mesi scorsi dinanzi a un giudice monocratico, si chiuse con la vittoria dei legali degli amministratori della Iniziative industriali. La sentenza fu però appellata dal legale del Comune di Marano, l'avvocato Manfrellotti.

Ieri i giudici di Napoli nord hanno confermato la bontà dell'operato dell'allora dirigente e ritenuto legittima la richiesta di pagamento dei canoni di locazione. Molti concessionari, negli ultimi tempi, nelle more delle decisioni dei giudici, avevano sospeso il pagamento sia al Comune di Marano che alla società di Sant'Antimo.
 

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