Emergenza armi a Napoli: in due mesi 92 sequestri: «Traffici in espansione»

Due i canali di rifornimento: Calabria e i porti adriatici

Enrico Scandone, comandante provinciale dell’Arma
Enrico Scandone, comandante provinciale dell’Arma
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 11 Marzo 2024, 23:32 - Ultimo agg. 13 Marzo, 07:30
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Pochi giorni fa l’ultimo blitz, roba che altrove sarebbe finito al centro delle cronache cittadine: parliamo del sequestro di quattro pistole clandestine perfettamente funzionanti, con tanto di matricola abrasa e proiettili nel serbatoio; ma anche di un mitragliatore calibro 223 del’elvetica Sig Sauer e oltre cinquanta cartucce di vario calibro.

Un piccolo arsenale scovato dai carabinieri del comando provinciale di Napoli in via Ghisleri a Scampia, zona da sempre presidiata dalle forze dell’ordine: un blitz che basta da solo a riaccendere l’allarme sulla circolazione di armi da guerra sull’intera area metropolitana. Un fenomeno in crescita, sembra di capire, alla luce dei dati raccolti dai militari dell’arma in questi primi due mesi del 2024. C’è un dato numerico che non può passare inosservato: da queste parti girano troppe armi. C’è un crescendo, una sorta di corsa agli armamenti per i clan cittadini, che non sembra trovare alcuna giustificazione, almeno alla luce degli equilibri criminali sul territorio. Come a dire: non siamo in un periodo di faide e contrapposizioni armate, eppure a Napoli sbarcano troppe pistole, mitragliatrici, munizioni. E non è tutto. Anche i numeri dei sequestri di armi bianche fanno registrare una crescita geometrica.

Ogni giorno si assiste a un numero di blitz e acquisizioni maggiore rispetto all’anno precedente. Restiamo ai dati, alla luce del lavoro svolto dai militari sotto il coordinamento del comandante provinciale, il generale Enrico Scandone: a gennaio del 2024, sono 21 le armi da fuoco sequestrate; a febbraio scorso, invece, il numero di blitz e di corrispondenti sequestri ha raggiunto quota 32. Dati poco confortevoli anche per quanto riguarda le armi da taglio sequestrate: sono 16 quelle sequestrate a gennaio del 2024, 23 nel solo mese di febbraio. E non è tutto. A gennaio scorso i carabinieri hanno acquisito 13 oggetti contudenti (tra tirapugni, mazze, nunchaku), oltre a 194 proiettili; mentre a febbraio sono state sequestrate 14 armi improprie.

Dati in crescita, che raccontano uno scenario territoriale che impone una doppia lettura possibile: da un lato in città non esiste una faida in corso; dall’altro, gruppi e cani sciolti girano armati. E presidano il territorio, mostrandosi pronti a fare fuoco in ogni momento. Scenari noti, alla luce delle stese e degli agguati plateali che vengono consumati al centro o in periferia. Sono stati gli uomini della Squadra Mobile a chiudere il caso - sotto il profilo investigativo - dopo la stesa consumata in corso Lucci. Ricordate cosa accadde a pochi passi dalla stazione centrale? È il 17 gennaio scorso, all’angolo di via Toscano, oltre ottanta colpi esplosi. Un’azione armata degna di un conflitto di guerra, che ha fatto registrare due persone ferite, tra cui una pensionata colpita per caso (costretta a un lungo intervento chirurgico) oltre al reale obiettivo dell’agguato (ferito di striscio). Dati che spingono gli inquirenti ad indagare sui canali di rifornimento. Due le coordinate possibili: le armi arrivano dalla calabria o dai porti adriatici, quanto basta a spingere la Dda da condurre indagini di sistema.