«Noi, baby rapinatori a Napoli: così il mare ci ha salvato»

«Noi, baby rapinatori a Napoli: così il mare ci ha salvato»
di Giuliana Covella
Martedì 28 Gennaio 2020, 07:39
4 Minuti di Lettura
«Il nostro desiderio? Rimanere nella nostra città, che è la capitale del mare». Hanno gli occhi pieni di speranza mentre sono in barca, dove indossano maglietta bianca e pantaloni blu. Da circa un anno sono un gruppo, ma nel senso positivo del termine. E con un unico scopo: prendersi cura di qualcosa di «prezioso» come le imbarcazioni storiche della Marina militare ormai dismesse. Da ex bulli, pusher e rapinatori oggi Francesco, Alessandro, Aniello, Domenico, Vincenzo, Sabino, Filippo, Christian, Hashraf e Giuseppe sono l'orgoglio della Napoli migliore, quella che ha voglia di riscattarsi, di «imparare a volare», come ripetono a Stefano Lanfranco, presidente dell'associazione Life, che segue ragazzi difficili da 15 anni. Ragazzi come questi dieci che, il prossimo 7 febbraio, saranno premiati per il loro impegno e per il lavoro svolto come restauratori e manutentori nel cantiere scuola della Marina Militare nell'ambito del progetto «Scugnizzi a vela», attività di integrazione promossa dalla onlus e rivolta ai giovani a rischio di devianza ed emarginazione dell'area penale.

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IL PROGETTO
L'iniziativa si propone di offrire ai ragazzi - che stanno attualmente scontando un provvedimento di legge - un modello di vita caratterizzato dai principi insiti nelle attività marinare e nel restauro del legno quali lealtà, onestà e rispetto reciproco. A sostenere il progetto è la Marina Militare, che ha messo a disposizione dell'associazione Life alcuni locali interni alla Base navale del Molosiglio, dove i ragazzi hanno la possibilità di apprendere le varie tecniche per manutenere le imbarcazioni in legno a vela. Grazie anche al prezioso sostegno della Fondazione Grimaldi. «Le barche sono impiegate come materiale didattico nelle attività di laboratorio realizzate nell'antico Arsenale napoletano - spiega Lanfranco - e rappresentano per i ragazzi una fantastica miscela di storia, cultura ed arte marinaresca, indispensabili elementi di innesco del processo di autostima». «Quello all'interno del quartier generale della Marina Militare - prosegue - è uno stage di educazione civica con il miglior modello rappresentativo che possa essere preso come riferimento. La realtà quotidiana per loro è fatta di esempi positivi, in un ambiente di persone dedite ai principi del rispetto, della responsabilità e del dovere, che stimolano gli ex scugnizzi a perseguire strade nuove, all'insegna della legalità».

LA SVOLTA
Hanno tra i 16 e i 20 anni, arrivano da Ponticelli, Quartieri Spagnoli, Scampia, Melito, Villaricca, Parco Verde di Caivano, Sant'Antimo, ma anche Scafati e Salerno. Hanno commesso reati come rapine e spaccio di droga, ma anche atti di bullismo, motivo per cui non hanno proseguito gli studi (gran parte di loro non ha conseguito la licenza media). Ma hanno ancora la voglia di riscattarsi e credere nel futuro: «Un anno fa siamo stati a Taranto, dove abbiamo dormito nella Base navale. Un'esperienza indimenticabile, perché nessuno di noi si era mai allontanato da Napoli. Cosa abbiamo provato? Un'incredibile sensazione di libertà».

Tre volte a settimana, dalle 9 alle 17, i ragazzi - che una volta usciti dal carcere minorile di Nisida vengono affidati all'associazione per la messa alla prova - si dedicano al restauro e alla manutenzione delle imbarcazioni in legno dismesse della Marina Militare trascorrendo il loro tempo nell'antica falegnameria borbonica, che oggi è diventata il loro laboratorio di mestieri: tra cui il restauro di Galatea, l'ultima imbarcazione a vela in legno realizzata interamente dalle maestranze dell'Arsenale militare di La Spezia nel cantiere scuola Antico arsenale napoletano; della nave scuola Matteo Caracciolini, storico bialbero in legno degli anni '70 di 16 metri o della nave scuola Bliss, sequestrata per il reato d'immigrazione clandestina e affidata alla giustizia minorile, che oggi i ragazzi di Life stanno interamente riverniciando.

Dieci storie che beneficeranno il 7 febbraio, alle 11, presso la Base navale della Marina Militare di Napoli, di borse premio messe a disposizione dai sostenitori del progetto. E così Vincenzo e Filippo riceveranno buoni per l'acquisto di carburante per raggiungere i luoghi di lavoro a Caserta e nel porto di Napoli, assunti rispettivamente da Mc Donald's e Officine navali La Rocca; Alessandro, Aniello, Domenico, Vincenzo e Sabino potranno studiare per ottenere la patente B; Christian la patente A; Francesco, che aspira a fare il cantante, un buono per l'acquisto di strumentazione elettronica; Hashraf quello per pagare la retta dell'istituto privato per conseguire il diploma di scuola media superiore; Giuseppe potrà partecipare al corso di meccatronica, per migliorare la conoscenza di diagnosi delle moto. Tutti insieme per «imparare a volare».
          
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