Bambino morto a Napoli, il domestico confessa: «Lo tenevo in braccio, ho avuto un capogiro ed è caduto»

Bambino morto a Napoli, il domestico confessa: «Lo tenevo in braccio, ho avuto un capogiro ed è caduto»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 20 Settembre 2021, 17:10 - Ultimo agg. 23:34
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«Lo tenevo in braccio, ho avuto un capogiro ed è caduto», è questa la frase - la parziale ammissione - pronunciata venerdì sera da Mariano Cannio, l’uomo in cella con l’accusa di aver ucciso il piccolo Samuele in via Foria.

Incalzato su questo punto, l’indagato ha chiarito: «Sì, in effetti sono uscito sul balcone con il bambino fra le braccia. Giunto all'esterno, mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato, consapevole di essere la causa di quello che stava succedendo».  

«Sono uscito sul balcone, sempre con il piccolo in braccio. In prossimità della ringhiera, ho avuto un capogiro. Mi sono affacciato perché udivo delle voci provenire da sotto. A questo punto ho lasciato cadere il bambino», ha sostenuto Mariano. E ha concluso: «L’ho fatto perché avevo avuto un capogiro»

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