Bancarotta fraudolenta, tre arresti e un maxi sequestro nel Napoletano

Bancarotta fraudolenta, tre arresti e un maxi sequestro nel Napoletano
di Dario Sautto
Sabato 1 Ottobre 2022, 09:00
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Fallimento da oltre quattro milioni e mezzo di euro per reinvestire tutto nella nuova società di commercio all'ingrosso: i finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari e un decreto di sequestro preventivo per un importo di 4.754.991 euro, emessi dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina nei confronti dei titolari della fallita «Il Barilotto srl» e della «R&F Distribuzione srl», due società di commercio all'ingrosso di generi alimentari con sedi a Boscoreale e Boscotrecase. Ai domiciliari sono finiti Francesco Rapacciuolo, imprenditore di Boscotrecase, insieme all'ex moglie e a un terzo uomo, residente ad Acerra e ritenuto un mero prestanome utilizzato per la costituzione della seconda società. I tre sono accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. I coniugi Rapacciuolo sarebbero riusciti a spolpare le casse della società «Il Barilotto», dichiarata fallita dal tribunale oplontino il 17 dicembre 2019, riversando tutto nella «R&F Distribuzione», solo formalmente intestata al terzo uomo. 

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Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, tra il fallimento del 2019 e la nuova costituzione societaria di inizio 2020, dalle casse societarie e dalle proprietà dell'azienda sarebbero scomparsi in poco tempo sia il denaro che alcune autovetture.

Tutto mentre gli stessi soci della prima ditta è l'accusa stavano costituendo una seconda azienda di commercio all'ingrosso. «In tal modo scrive in una nota il procuratore Nunzio Fragliasso sarebbe stato realizzato l'intento fraudolento di depauperare il patrimonio materiale della società fallita e proseguire l'attività commerciale con la seconda compagine societaria, quale sostanziale continuazione della prima, ma depurata dai debiti». Nel corso delle indagini fallimentari condotte dalla guardia di finanza del Gruppo di Torre Annunziata agli ordini del colonnello Gennaro Pino e coordinate dalla Procura oplontina, è stata accertata un grossa distrazione di beni, il cui valore complessivo ammonta a oltre quattro milioni e mezzo di euro. È tuttora in esecuzione il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta e per equivalente, ma nel frattempo le fiamme gialle hanno già sottoposto a sequestro quote societarie, sette autovetture, sette unità immobiliari e disponibilità finanziarie riconducibili agli arrestati per un valore complessivo, allo stato, di 1.711.329,81 euro. Sono ancora in corso ulteriori accertamenti di natura fiscale per il recupero di ulteriori tre milioni di euro di beni per arrivare alla cifra totale contestata dagli inquirenti, tra la bancarotta e la sottrazione delle imposte. 

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