La fumata è nera dopo il vertice il Regione e già oggi i blocchi stradali «spontanei» che hanno paralizzato mezza Napoli potrebbero riprendere con meno «spontaneità e più organizzazione». Si spera in un ravvedimento operoso soprattutto in tempo di pandemia. La sostanza è che la rivolta dei ristoratori contro l'ordinanza del governatore Vincenzo De Luca che ha lasciato la Campania in zona arancione, obbligandoli a tenere chiusi i loro locali fino al 24, cioè per i prossimi tre giorni, perchè poi dopo scatta la zona rossa decretata dal Governo è fase di stallo, ma la notte generalmente porta sempre consiglio. Anche perché dalla Regione aperture alla modifica dell'ordinanza non ce ne sono state. Sul tavolo la Regione ha messo invece i cosiddetti ristori, cioè soldi, per imborsare la spesa fatta dai ristoratori per questi giorni: solo a Napoli ci sono oltre 1.500 locali. Poi si devono aggiungere i fondi strutturali messi a disposizione da Governo e Regione. I ristoratori «lamentano di essere la sola categoria a serrande abbassate». Tuttavia, chi ha passeggiato per Napoli in questi ultimi giorni ha visto la città gremita di gente con folle sterminate e ammassate l'una sull'altra con le mascherine portate al volto in maniera sempre meno corretta. E non può non comprendere le preoccupazioni del Governatore e i motivi della sua stretta. Mettere i ristoratori e quelli del food in «zona gialla» avrebbe avuto il significato del «liberi tutti» con le solite scene di file chilometriche per accedere ai tavoli. Tutto questo per soli tre giorni, ma ne valeva veramente la pena? Tant'è si è trattata di una domenica molto movimentata sul forte dell'ordine pubblico con i ristoratori che hanno fatto i blocchi e sono stati ricevuti dal Prefetto che li ha «invitati» a manifestare ma senza danneggiare i napoletani con la paralisi. Poco prima delle 13 il blocco stradale è stato esteso alla Riviera di Chiaia, parallela del lungomare con cassonetti della nettezza urbana trascinati al centro della carreggiata e jersey di plastica per ostruire la circolazione. Le ripercussioni sul traffico sono state pesanti. Poi è a arrivata la proposta del Governatore De Luca: rimborsi per gli approvvigionamenti già fatti e convocazione.
Un vertice svoltosi in videoconferenza, con la Regione rappresentata dall'assessore al commercio Antonio Marchiello e dal capo di gabinetto del presidente De Luca Maurizio Borgo, che ha escluso la possibilità di rivedere l'ordinanza che lascia in zona arancione la Campania. Non si è andati oltre la disponibilità - raccontano i ristoratori - «a venire incontro con i ristori» ai rappresentanti di Fipe-Confcommercio, Aicast e Confesercenti. «Non so oggi che cosa potrà succedere - racconta Antonino Della Notte, dell'Associazione industria, commercio e servizi (Aicast) - finora ci siamo sforzati di mediare con la base, ma la nostra dignità è stata messa sotto i piedi. Dovevamo aprire domenica, abbiamo fatto la spesa, poi ci hanno detto alle 16, che non si apriva più» spiega Massimo Di Porzio della Fipe. «Noi sappiamo bene che 3 giorni di apertura non cambiano l'economia di un'azienda - continua Di Porzio - ma ci ferisce il modo in cui la Regione si è relazionata con noi.