Botti di Capodanno, il covid non ferma la macchina dei pirati: «Mai così tanti sequestri, sarà un inferno»

Botti di Capodanno, il covid non ferma la macchina dei pirati: «Mai così tanti sequestri, sarà un inferno»
di Marco Di Caterino
Domenica 20 Dicembre 2020, 09:30
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Quattro tonnellate e mezzo di «botti» proibiti, sequestrati in meno di un mese dalla Guardia di finanza nella sola zona dell'hinterland di Napoli. Un'enorme santabarbara nel territorio più densamente abitato d'Italia. E mancano ancora dodici giorni alla notte di San Silvestro, quella della «mamma» di tutte le sparatorie, che quest'anno si preannuncia, visto i sequestri, più terrificante che mai. Vuoi per mandare a quel paese per ovvi motivi questo disgraziato 2020, con quante più bombe, cipolle e tracchi possibili, ma anche perché con le restrizioni per il cenone, che sarà molto magro sia per le portate che per le presenze, qualche euro in più sicuramente sarà speso per acquistare, da incoscienti, quantità inimmaginabili di «botti» proibiti. Insomma nonostante le restrizioni per le prossime festività di fine d'anno, la produzione e la vendita dei fuochi illegali sembra davvero essere inarrestabile.

Ieri, a conclusione dell'ennesimo controllo per un «Natale Sicuro», che ha interessato i comuni di Ercolano, Frattamaggiore, Acerra e Castello di Cisterna, disposto dal vertice del Comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli, le fiamme gialle hanno sequestrato più di una tonnellata e mezza di fuochi artificiali pericolosi (esattamente 1.660 chilogrammi) e fatto scattare le manette per quattro trafficanti del botto illegale.

A Ercolano nel corso di una prima operazione, i finanziari della compagnia di Giugliano insieme ai colleghi di Portici, hanno sequestrato in più riprese 3.100 botti illegali del peso di 140 chilogrammi e un'autovettura utilizzata per il trasporto. L'indagine che ha permesso di individuare il deposito ha preso l'avvio da un controllo su strada, nel corso del quale sono state fermate due persone di Torre del Greco, già note alle forze dell'ordine per reati specifici, e trovate in possesso di un ingente quantitativo di fuochi pirotecnici proibiti del tipo «Rendini», confezionati come i candelotti di dinamite. E analizzando gli spostamenti dei due fermati, poi arrestati, i finanzieri sono giunti alle prime falde del Vesuvio, dove in aperta campagna sono stati rinvenuti e sequestrati altri botti, trovati in possesso di un terzo complice che è stato denunciato in stato di libertà.

I finanzieri del gruppo di Frattamaggiore, al termine di indagini incrociate nel corso di una perquisizione in un appartamento di Castello di Cisterna, hanno poi rinvenuto e sequstrato ben 375 chilogrammi di artifizi pirotecnici del tipo Cobra, che più che petardi sono vere e proprie bombe dalla forma cilindrica. Insieme al pericoloso materiale esplodente i finanzieri hanno anche sequestrato una pressa metallica, che serviva per pressare al massimo la polvere nera e aumentare cosi al massimo il potenziale esplosivo. I due scellerati sorpresi nell'appartamento, che di fatto era stato trasformato in un laboratorio del botto, sono stati arrestati. Considerata la estrema pericolosità del materiale rinvenuto, i finanzieri hanno chiesto l'intervento degli artificieri della questura di Napoli, che hanno classificato come «micidiali» i Cobra sequestrati, anche in considerazione delle modalità di stoccaggio che avrebbero decuplicato gli effetti distruttivi di una esplosione accidentale. Gli stessi militari hanno denunciato poi un 34enne di Nola che, fermato alla guida e trovato in possesso di fuochi non pericolosi, ne trasportava in realtà ben nascosti a bordo della sua auto altri 252 kg, questi senza autorizzazione, fra Candele romane, razzi e batterie. Stessa denuncia per un 34enne che trasportava senza autorizzazione 24 batterie di fuochi pirotecnici del peso complessivo di circa 120 kg. Infine, ad Acerra, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego di Napoli hanno perquisito un'abitazione denunciando un 25enne che deteneva abusivamente 385 ordigni illegali pericolosi di fabbricazione artigianale, 354 artifici pirotecnici, del peso complessivo di circa 750 kg, e tre mortai artigianali. 

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Intanto mentre i fuochisti illegali si preparano a fare affari d'oro, i negozi autorizzati del settore pirotecnico chiudono per le restrizioni. A lanciare un grido d'allarme è Arturo Brauné, titolare di due negozi autorizzati, ma soprattutto presidente del Mivas, l'associazione di esercenti specializzati in fuochi artificiali. «Noi commenta il presidente non chiediamo ristori o aiuti economici. Chiediamo al governo di farci lavorare, perché, basta guardare i dati, nella settimana che va da Natale alla vigilia dell'anno nuovo realizziamo il 90 per cento dell'intero fatturato, che ci consente di sopravvivere per un anno intero». 

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